Bruce Willis sta affrontando una malattia degenerativa dal 2022, quando si è ufficialmente ritirato dalle scene: le condizioni dell’attore.
Non è ancora tempo per i titoli di coda. Bruce Willis, nonostante si sia ritirato dalle scene nel 2022, continua ancora a far parlare di sè. Merito dei film che ha fatto nel corso di una florida carriera. Titoli senza tempo che trasmettono saltuariamente e permettono al pubblico di ricordare la grandezza di un attore a tutto tondo, costretto – suo malgrado – a lasciare.
Il motivo è una malattia degenerativa che colpisce in media 12mila persone al mondo ogni anno. Prende il nome di demenza frontotemporale e distrugge la mente a poco a poco. Infatti la patologia si era inizialmente presentata sotto forma di afasia. Mancate connessioni mente, pensiero e voce.
Questo aveva allertato Willis che, negli attimi di lucidità, ha pensato fosse meglio dire basta al cinema. Quindi, messo da parte il lavoro, ha potuto concentrarsi sulla propria salute. Fisicamente sta bene, Bruce, ha 64 anni ma la condizione è ancora quella di uno sportivo come è sempre stato fin quando cause di forza maggiore non hanno preso il sopravvento.
Appena la famiglia si è accorta che, sotto l’afasia, c’era qualcosa di più grave, la priorità è diventata andare dai migliori specialisti. I quali sono stati chiarissimi: Willis, per citare un suo film, è duro a morire ma ci sono delle conseguenze irreversibili nel suo quotidiano. Non esiste oggi una cura per questo tipo di situazione: ci sono farmaci che possono accompagnare l’uomo verso una qualità di vita accettabile, ma l’attore – come chiunque soffra di questo tipo di problema, è destinato a spegnersi prima mentalmente è poi fisicamente.
Infatti l’interprete sembra non connettere più: la balbuzie, che aveva quando ha iniziato a recitare ed è riuscito ad arginare con corsi ed espedienti retorici che portava avanti da tempo, è tornata e le disconnessioni tra sinapsi sono all’ordine del giorno. Non collega persone ad eventi e non riesce a collocare neanche riferimenti temporali, Bruce, che negli attimi di lucidità (ci sono ancora) pensa ai figli e nipoti organizzando il dopo. Quando davvero non ci sarà più.
Pragmatico, risolutore e romantico. Questo oggi è l’attore. A ricordarlo, con tutto l’affetto possibile, la figlia Tallulah che aggiorna i fan sulle pagine di Vogue. Un lungo articolo descrive le fasi della malattia e la condizione dell’interprete americano. “All’inizio pensavo che mi evitasse perchè non fossi più nei suoi pensieri – ha scritto – si trattava di paranoie da adolescente. Quando ho scoperto che voleva evitarmi le sofferenze per via della malattia, è cambiato tutto. Ho trovato un padre diverso e sono convinta – conclude nel pezzo – che se fosse successo il contrario lui avrebbe fatto di tutto per starmi vicino. Quel che sto cercando di fare io oggi”.
Parole forti e commoventi che sposano anche l’approccio dell’ex moglie Demi Moore e l’attuale consorte Emma Heming che, negli ultimi anni, è diventata un’attivista per cercare di far luce su questa malattia che ha ancora molti punti interrogativi da risolvere: “Avevamo tante cose belle da fare insieme – dichiara – ma adesso voglio pensare a far chiarezza. Mi sono abituata a questa situazione, ma non ancora rassegnata”.
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Insomma la condizione di Willis è diventata un insegnamento per tutti, in famiglia ma anche e soprattutto fuori con questi contributi mediatici che rappresentano anche un modo garbato e profondamente dignitoso di definire un interprete anche nel momento del proprio declino. Conservandone la fama e restituendo alla pletora di appassionati una profonda dignità.
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