Claudia Pandolfi presenta alla Festa del Cinema di Roma “Il ragazzo dai pantaloni rosa” e parla di bullismo attraverso il grande schermo.
La settima arte come specchio del mondo, ma spesso quello che vediamo non sempre è all’altezza delle nostre aspettative. “Il ragazzo dai pantaloni rosa” racconta una storia – quella di Andrea Spezzacatena, il ragazzo 15enne che nel 2012 si è tolto la vita a causa di atti di bullismo – che potrebbe essere molto valida ancora oggi. L’adolescenza è un periodo complicato che non tutti metabolizzano allo stesso modo.
C’è chi soffre di più le prese di mira da parte di alcuni compagni e compagne: da ragazzi è più facile puntare il dito contro qualcuno, fare gruppo trovando il capro espiatorio. Nel caso di Spezzacatena fatali furono dei pantaloni rosa a causa di un lavaggio sbagliato. Il ragazzo ci andava a scuola e il gruppo di compagni lo prendeva in giro addirittura usando anche i social media con una pagina omonima dedicata.
Claudia Pandolfi, tra cinema e impegno sociale
Il giovane nel 2012 si è tolto la vita e sua madre, da allora, veicola l’importanza di seguire i ragazzi adolescenti per prevenire e debellare i fenomeni di bullismo. Ha scritto anche un libro, Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, dal titolo “Andrea oltre il pantalone rosa”. Un’opera da cui è tratto il film che Claudia Pandolfi va a interpretare vestendo i panni della madre del ragazzo.
Alla Festa del Cinema di Roma ha parlato dell’importanza di questo film: “Lo farò vedere anche ai miei figli. Ammiro la forza di Teresa, una madre che è riuscita ad andare avanti – cercando di ricostruirsi – nonostante il dramma. L’importante, di fronte ad atti di bullismo, è non girare la testa“. Pandolfi, sulle pagine di Vanity Fair (intervistata da Stefania Saltalamacchia) richiama all’impegno collettivo, monito che emerge anche dall’opera cinematografica di Margherita Ferri.
Il bullismo sul grande schermo
L’attrice romana, nello specifico, è impegnata anche in altri progetti importanti: il prossimo 27 ottobre sarà ancora all’Auditorium Parco della Musica per presentare in anteprima i due episodi iniziali della seconda stagione di “The Bad Guy”. Ora la scena, però, è tutta per “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, ma le sfide professionali per Claudia Pandolfi non sono ancora finite.
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Arrivata a un punto della carriera in cui recita non solo per lavoro e passione, ma anche per l’importanza dei messaggi che i suoi personaggi veicolano. La settima arte come mezzo per il sociale e per migliorare il mondo circostante: questa l’importanza di un’attrice che non solo vuole sfondare la quarta parete, ma desidera abitare un mondo migliore, con una quotidianità sempre all’altezza delle proprie aspettative e quelle di una collettività in divenire. Mescolare ambizioni, possibilità e buon senso.