Claudia Pandolfi è al cinema con il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”. L’ultimo lavoro di Margherita Ferri fa commuovere l’attrice.
Claudia Pandolfi dà voce e volto a Teresa Manes. La mamma di Andrea Spezzacatena, ragazzo che si è tolto la vita nel 2012 a causa di bullismo reiterato. La storia, “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, diventa un film. Lungometraggio che vuole prendere spunto da un dramma per cercare di debellare determinati fenomeni.
In maniera tale da non dover più assistere a gesti estremi di questo genere: le parole hanno un peso e il credo di ciascuno, a qualsiasi livello, deve essere rispettato e mai oggetto di scherno. Anche perché poi, evitare di parlarne, rende tutto più complicato. Questo ha provato a spiegare la donna, madre di Andrea, in un libro diventato poi questa opera.
Claudia Pandolfi, nel film, interpreta la mamma di Andrea e prova a restituire le sensazioni e il dramma di una madre che ha scelto – anche in memoria di suo figlio – di non darsi per vinta. Il lungometraggio sta spopolando al box office. Sono state organizzate anche delle proiezioni nelle scuole, accolte in maniera diversa sul piano emozionale ed emotivo, per cercare di affrontare con consapevolezza e contemporaneità il tema del bullismo.
Una serie di eventi che hanno portato gli utenti ad aprirsi anche con l’attrice romana. Claudia Pandolfi ha sempre avuto un rapporto franco con i suoi affezionati: sui social, l’attrice, condivide tutto. L’ha fatto anche stavolta quando, con la voce rotta dal pianto, racconta di alcuni racconti e confessioni che ha ricevuto in privato. Pandolfi è sconvolta da quanto le persone possano aver provato dolore e aver subìto ripercussioni di vario genere.
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La storia di Andrea Spezzacatena sta smuovendo qualcosa in tal senso. Le persone non si vergognano più di mostrare le proprie fragilità, soprattutto per costruire una società migliore. Meno prevaricatrice e forse più accogliente. Il post social di Claudia Pandolfi, comunque, ha regalato un momento di Internet verità in grado di aprire gli occhi su un sottobosco di traumi ancora presente anche attraverso le numerose testimonianze dal Web che ha ricevuto. Il potere “propedeutico” del cinema, in grado di curare (in qualche maniera) l’anima, continua anche dopo i titoli di coda.
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