Claudio Amendola ha scritto un libro: “Ma non dovevate anda’ a Londra?”. Una autobiografia dove affronta anche il problema delle dipendenze.
Claudio Amendola torna protagonista, ma non grazie alla telecamera. In questa particolare occasione a parlare è la sua scrittura: il celebre attore e regista ha scritto e pubblicato un’autobiografia. Passo doveroso per un uomo del suo calibro: la florida carriera e le nuove sfide professionali dietro la macchina da presa impongono una sorta di summa di quanto fatto e imparato finora.
Una sorta di viaggio che possa essere riferimento e cartina tornasole anche per tanti altri appassionati del settore cinematografico e non solo. Claudio Amendola, nonostante tutto, ha conservato la propria umiltà. L’attaccamento alla sua città e alle proprie radici non si dimentica neppure dopo il successo.
Dimostrazione è l’apertura, ormai da qualche anno, del ristorante “La Frezza”. Cucina romana, bontà e passione. L’interprete e regista è proprietario del ristorante più amato in tema di jet-set. Trovarlo ai tavoli, quando ci sono occasioni speciali, è sempre un ottimo spunto per fare festa. Almeno questo pensano i commensali.
I quali tornano nella speranza di incontrarlo: selfie, autografi e buona cucina. Quello che serve per star bene, oltre ai riflettori del piccolo e grande schermo. Tutto questo e anche di più raccontato nel suo ultimo libro, che segna anche un esordio nell’editoria. “Ma non dovevate anda’ a Londra?”, il titolo dell’opera.
La fatica letteraria del regista e interprete parte da un viaggio a Londra intrapreso con la donna e poi comincia ad affrontare tutti gli altri aspetti collegati alla sua carriera e vita privata. Non risparmia le ombre, come quella legata alle dipendenze. Un periodo buio in cui Amendola faceva uso di cocaina: “Ne sono uscito grazie a mio figlio. Una volta non si sentiva bene, ero vicino a lui e non sapevo cosa fare. Da quel momento, in un attimo di lucidità, ho detto ora basta”.
Il protagonista di amate fiction e celebri film ha smesso con le droghe, ma ama il buon cibo e qualche eccesso controllato. “Non sono mai stato nel mio peso forma – confessa – nella mia vita mi sono trovato a essere sempre tre o quattro chili in sovrappeso”.
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Il fascino non ne ha risentito. Anche per via di questa sua passione per il cibo e i pranzi condivisi. Insomma un uomo a tutto tondo che non si è fatto mancare nulla, neppure quando si è trattato di risollevarsi da un momento di crisi. Ora si gode i nipoti – “Come nonno mi do 4”, racconta al Corriere della Sera – e aspetta di misurarsi con nuove sfide professionali. La prossima stagione de “Il patriarca”, ormai al doppiaggio, e il re-boot de “I Cesaroni”, in cui dovrebbe partecipare anche sua mamma Rita Savagnone nei panni della suocera Gabriella Liguori. Da Londra alla Garbatella è un attimo.
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