Cos’è e come si manifesta la FOMO, la paura di sentirsi esclusi

Esistono parole che hanno visto la luce proprio in questi ultimi anni, figlie di un periodo difficile per tutti, ma forse ancora di più per le nuove generazioni

Una di queste parole, FOMO, entra nella lingua italiana nel 2011 circa con le prime attestazioni sul web, per indicare una patologia causata da una dipendenza virtuale. Il termine descrive in pratica una vera ansia generica prodotta da un qualsiasi tipo di estromissione sociale. E’ talmente entrato nell’uso che anche l’Accademia della Crusca lo ha registrato fra i neologismi.

La paura di sentirsi esclusi – Cityrumors.it

 

Una parola che spaventa, che crea ansia anche perché non se ne conosce bene il suo significato e perché non sappiamo se ne siamo vittime inconsapevoli, per questo la si teme ancora di più. Un’indagine del 2022 ha rilevato che in un solo giorno ci sono stati 182.000 video relativi alla FOMO su YouTube.

L’origine di questa parola

L’acronimo “Fomo“, dall’inglese fear of missing out, che significa paura di essere tagliati fuori, estromessi da un evento o un’esperienza che coinvolge conoscenti o amici, in poche parole la paura di “non esserci”. Il termine fu coniato dall’imprenditore e studioso americano Patrick McGinnis, allora studente, che in un articolo per la Harvard Business Review. McGinnis ha semplicemente descritto ciò che accadeva in quel periodo: tutti a correre da un evento a un altro, con la paura di mancare a qualcosa di “imperdibile”. In realtà il timore di essere esclusi, soprattutto in età adolescenziale, è normale, qualunque ragazzo non invitato a una festa può “rimanerci male”. D’altra parte la necessità di essere inclusi in un gruppo risale alla notte dei tempi. In passato, restare esclusi dal clan significava diminuire le probabilità di sopravvivere.  Ma si parla di FOMO quando  il fenomeno diventa patologico, ossia quando il disagio diventa una fissazione, tanto da impattare negativamente sulla vita quotidiana, per esempio controllando e aggiornando compulsivamente lo smartphone per vedere cosa stanno facendo le altre persone.

Una paura che mette ansia e paura – Cityrumors.it –

 

La paura di non apparire più

Quindi, è una sensazione molto comune tra gli adolescenti, da sempre, ma oggi ci sono tante più occasioni per provare questo tipo di sensazione poiché siamo ininterrottamente esposti all’esperienza altrui. Molti ragazzi sono sempre in “vetrina” sui social, e controllano le “vetrine” degli altri, costantemente. Questo può portare alla percezione che le esperienze che stanno vivendo gli altri siano migliori e più interessanti, portando anche ulteriore insicurezza semplicemente nel momento in cui si deve scegliere cosa fare. La FOMO infatti si sostanzia anche nella sensazione di non aver fatto la scelta migliore, con relativo senso di inadeguatezza. Il fenomeno si sta diffondendo in fretta, tanto da essere diventato ora oggetto di studi in ambito psicologico e da essere classificata come una nuova forma di ansia. Si sono rivelate utili nel trattamento della FOMO anche le pratiche di meditazione e consapevolezza, che possono impedire alle persone di prestare attenzione a ciò che stanno facendo gli altri, concentrandosi sul momento presente, su “ciò che c’è”.

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