Fabio Volo, intervistato da Francesca Fagnani a Belve, affronta il tema legato a sessualità e rapporti intimi: la rivelazione.
Fabio Volo cambia musica, forse ispirato dal suo ultimo libro: “Balleremo la musica che suonano”. Scrittore, speaker e a volte anche conduttore televisivo. In questa occasione, l’intervista di Francesca Fagnani a Belve, decide di mettersi dall’altra parte della barricata. Sotto torchio da una delle croniste più irriverenti del mondo contemporaneo, in Italia, racconta tutto o quasi Bonetti.
Volo solo per esigenze artistiche, ma in questo contesto si mette a nudo quindi emerge prima la persona e poi il comunicatore e, in un certo senso, l’artista. Insomma Fabio Volo non scrive, ma parla e lo fa senza indugio. Non si sottrae a nulla rispondendo con la stessa voglia e adrenalina di quando deve fare qualcosa di importante.
Arriva il momento delle domande scomode. In primis quella su Ariana Grande: la popstar qualche anno fa ha mostrato un suo video, per il lancio di una canzone, dove in maniera disinibita invogliava gli utenti a guardarla non solo per le proprie qualità artistiche. Volo, lanciando il pezzo in radio, successivamente, in altro contesto ha usato parole non proprio al miele: “Ma è possibile che per vendere dischi ci si debba comportare come una m***a?”. Frase che non è piaciuta agli utenti.
Fagnani torna sull’argomento e Volo si difende: “È una frase che non rivendicherei, ma sottolineo che non trovo giusto il modo di porsi di Ariana Grande. Si rivolge spesso a un pubblico di persone giovani che ancora non hanno ben chiaro cosa sia la sessualità”. Insomma Bonetti chiede soltanto maggiore accortezza, ma oggetto di discussione sono stati i suoi modi.
Restando in tema di sessualità, poi, Volo precisa: “Sono una persona molto libera, ho sperimentato anche i rapporti intimi in gruppo, ma non metto i tacchi a spillo”. In Rete è scoppiata la polemica per via della presunta superficialità con cui Volo avrebbe ironizzato sulla diversità di genere. Polemiche che l’artista rispedisce al mittente, ma non è facile – specialmente con il libro in uscita – evitare di avere occhi e orecchie puntati addosso.
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Ogni parola, in particolare modo per chi con le parole ci lavora, pesa il doppio. Bonetti prova a smarcarsi, ma – come ha detto a Belve – serviranno gli occhi della tigre. Forse con un pizzico di diplomazia. Gestire le shitstorm non è semplice, ma neanche impossibile. Magari potrebbe essere lo spunto ideale per un suo prossimo lavoro. Intanto “Balleremo la musica che suonano”, in questo caso somiglia più a una presa di coscienza. Anche se il ritornello non sembra essere stato gradito.
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