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Cultura e Spettacolo

‘Gusti capitali’ di Antonio Di Stefano, il regalo da mettere sotto l’albero di Natale.

A cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Il libro perfetto da regalare a Natale è quello che si adatta meglio alla personalità e ai gusti del destinatario, creando un legame unico tra chi dona e chi riceve.

Parliamo di un regalo che, nel suo silenzioso potere narrativo, continua a offrire emozioni e riflessioni anche dopo che l’ultima pagina è stata voltata. Le feste sono anche il momento ideale per condividere argomenti importanti in ambito comunicativo come per esempio il volume scritto da Antonio Di Stefano per Armando Editore dal titolo “Gusti capitali. Distinzioni, comunicazione, consumo”. Un libro che incarna tali principi diventa un messaggero di positività, un dono che va al di là delle pagine stampate, influenzando la vita del lettore in modo duraturo.

La copertina e l’edizione contribuiscono a rendere il regalo ancora più speciale. Un’edizione particolare, in questo caso, arricchita da dettagli raffinati che trasforma il libro in un oggetto prezioso da conservare nella propria biblioteca di casa. Questo saggio stimola la mente e fa vibrare il cuore con 240 pagine ricche di fibra in vendita sul sito ufficiale della Armando Editore per 19 euro.

‘Gusti capitali’ di Antonio Di Stefano – Cityrumors.it

Antonio Di Stefano è Dottore di Ricerca in Scienze della Commissione presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma. È autore di “Una micro-teoria del potere. Pierre Bordieu tra etnografia, cultura e relazionalità” (Soveria Mannelli, 2013). I suoi interessi scientifici si rivolgono allo studio dei consumi culturali e delle pratiche di gusto, ai media studies e alla storia dell’industria culturale. In quarta di copertina di “Gusti capitali. Distinzioni, comunicazione, consumo” si legge: “In che modo “La distinzione”, testo che Bourdieu pubblica nel 1979, può aiutare ad interpretare la vita fast professata da McDonald’s e la cultura eco-sostenibile di Slow Food, l’ascetismo di Steve Jobs e la bellezza dei prodotti della Apple, l’artigianalità delle scarpe Camper o il consumo critico? Gusti capitali si propone di attualizzare il complesso sistema teorico alla base de “La distinzione”, ricorrendo ai più importanti contributi a livello internazionale, per giungere ad una rappresentazione del consumo, delle pratiche di gusto e della produzione più attenta al ruolo della comunicazione mediale.

In questo senso, nel libro viene delineata una prospettiva che ripensa l’idea della distinzione in termini di differenti circuiti di distinzione tra loro strettamente intrecciati e indipendenti”. I gusti capitali, in termini sociologici, rappresentano una forma di ricchezza culturale che svolge un ruolo significativo nella costruzione dell’identità individuale e sociale. Questi gusti non si limitano solo alla sfera culinaria, ma si estendono a vari ambiti come l’arte, la moda e l’intrattenimento. Nel testo si esplorano le distinzioni, la comunicazione e il consumo associati a questi gusti capitali, spesso strumenti di distinzione sociale. Le preferenze personali in ambiti come la musica, la letteratura o la gastronomia possono diventare simboli di appartenenza a determinati gruppi. La scelta di frequentare determinati luoghi o consumare specifici prodotti può riflettere l’appartenenza a una classe sociale o a una subcultura.

‘Gusti capitali’ di Antonio Di Stefano – Cityrumors.it

 

La comunicazione dei gusti capitali avviene attraverso un linguaggio simbolico. La scelta di vestirsi in un certo modo, frequentare luoghi particolari o apprezzare certi artisti può trasmettere un messaggio su chi siamo e a quale gruppo sociale apparteniamo. Questa comunicazione non verbale diventa un mezzo attraverso il quale si stabiliscono connessioni e si costruiscono identità condivise.
Il consumo di prodotti associati ai gusti diventa un atto di espressione di identità. L’acquisto di oggetti di design, la scelta di cibi gourmet o la partecipazione a eventi culturali di prestigio possono essere considerati segni di status e identità. Il consumo diventa così un mezzo per costruire e comunicare una narrazione personale attraverso gli oggetti e le esperienze che scegliamo. Le dinamiche dei gusti capitali sono fortemente influenzate dalla cultura e dalle tendenze del momento. Ciò che è considerato di “buon gusto” in una determinata epoca può evolvere nel tempo, modellato dalle influenze culturali, sociali ed economiche. Le tendenze emergenti possono ridefinire ciò che è considerato desiderabile, contribuendo a una costante revisione dei gusti capitali. La società spesso li critica, accusandoli di elitismo o di superficialità. Tuttavia, è importante riconoscere che questi gusti sono parte integrante della costruzione dell’identità individuale e collettiva. La critica può derivare da questioni di accesso alle risorse e di disparità economica, sottolineando la necessità di una riflessione critica sulla distribuzione del capitale culturale.

‘Gusti capitali’ di Antonio Di Stefano – Cityrumors.it

I gusti capitali sono un aspetto complesso della nostra identità sociale e individuale. Essi influenzano la nostra comunicazione, il modo in cui ci identifichiamo e come consumiamo. Esplorare le distinzioni sociali loro associate può portare a una maggiore comprensione delle dinamiche culturali che plasmano le nostre preferenze e identità.
Sotto l’albero, un dono prezioso: il potere del comunicare. Attraverso la magia delle parole stampate, scopriamo mondi inesplorati, connettiamo menti e costruiamo ponti tra cuori. In un libro sulla comunicazione, si nasconde il segreto per trasformare il dialogo in un’opera d’arte, donando significato e profondità alle nostre relazioni. Un regalo che si apre come un tesoro, offrendo la possibilità di crescere, imparare e, soprattutto, condividere il dono prezioso della comunicazione con il mondo che ci circonda.

Arianna Di Pasquale

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