“Hanno ucciso l’uomo ragno” sta spopolando su Sky. La serie che racconta il successo degli 883 è già cult: cos’è accaduto subito dopo.
“Hanno ucciso l’uomo ragno”, fortunata serie Sky che racconta l’ascesa e il successo degli 883, sta talmente piacendo al pubblico televisivo che le curiosità sul celebre gruppo anni Novanta sono tornate in auge. Allora i fan proseguono a farsi una serie di domande, alcune delle quali ancora senza risposta.
La prima, apparentemente più semplice: perchè gli 883 si sono separati e reinventati a partire dal 1994? La risposta la dà, senza troppi convenevoli, Mauro Repetto – compagno di avventure e di banco con Pezzali in quegli anni – “Ho preferito seguire il mio sogno newyorkese. Me ne sono andato via nel momento di maggior successo perchè sentivo di aver bisogno d’altro. Tra me e Max (Pezzali n.d.r) – conclude – non si è rotto niente. Avevamo frequenze diverse”.
Ecco perchè poi Max Pezzali dal 95 ha provato a tenere in piedi tutto con altri membri, in quella che somigliava sempre più a una crew americana. Successivamente ha preferito andare avanti con il nome Pezzali. Gli 883 sono ugualmente una parentesi molto forte nel panorama italiano: al punto che i loro successi sono molto ascoltati ancora oggi.
Restando in tema di musica contemporanea, c’è l’altra questione da risolvere: perchè Pezzali e Cecchetto, ora, si odiano? È necessario un piccolo recap. Cecchetto è l’uomo che ha lanciato gli 883 nel ’91. Quindi Pezzali è molto grato al DJ ed ex cantautore. Una riconoscenza, tuttavia, dilatata nel tempo e non sempre così intensa.
Un periodo piuttosto lungo tra sorrisi, confidenze e lavori. Alcuni dischi di Pezzali, recentemente, furono prodotti proprio da Cecchetto. In nome dei vecchi tempi. L’alchimia, però, era diversa: si era rotto qualcosa. L’ex Direttore (creatore e fondatore) di Radio Deejay ha detto: “Pezzali, fra tutti quelli che ho lanciato, è stato il più irriconoscente. Pensa che la gratitudine sia un optional”.
Queste dichiarazioni hanno fatto molto rumore, segno che la lite fra i due è ancora in essere. Sulla “faida” interviene, ai microfoni de Il Corriere della Sera, Mauro Repetto: “Spero che riescano a chiarirsi quanto prima. Magari riusciremo a tornare a prenderci una birra tutti insieme. Questo è l’obiettivo, una speranza, prima della vecchiaia“.
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Repetto, poi, ha sottolineato: “Sarebbe bello farlo prima di finire tutti in carrozzina”. L’ironia non manca, ma serve anche la volontà. Ce n’è poca, al momento. Nessuno ha voglia di fare il primo passo per sotterrare l’ascia di guerra. Sicuramente non Pezzali e Repetto che complici, per il momento, restano solo sul piccolo schermo. In una storia senza tempo, ma ormai dal passato remoto.
Anche se, talvolta, basta poco per mettere in soffitta vecchi rancori e rendere attuale qualcosa che sembrava ormai trascorso. Esattamente come un rapporto in grado di cambiare la vita, nel bene o nel male. La storia di Pezzali e Cecchetto, e in parte degli 883, non è ancora finita: ha soltanto preso una piega diversa, ma per i titoli di coda – sul talento di Max e l’ambizione di Claudio Cecchetto – c’è ancora tempo. Quanto basta, eventualmente, per un’altra serie. Prima, però, devono capire da che parte (ri)cominciare.
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