Liam Payne è stato salutato per l’ultima volta a Londra: cerimonia composta, in grande stile, tra lacrime e malinconia.
Amersham, nord-ovest di Londra. Questo l’ultimo palco di Liam Payne, cantante ed ex membro dei One Direction, che viene salutato da amici e colleghi prima del riposo eterno. Il giovane cantautore è morto poco più di un mese e mezzo fa in un albergo di Buenos Aires a soli 31 anni: una vita piena, di successo e incertezze, anche qualche sospetto.
Ancora oggi, infatti, si cerca di capire cosa davvero sia accaduto quel 16 ottobre. Giorno in cui la cronaca estera ha consegnato al mondo la fine di un artista a suo modo iconico, persino negli eccessi. Prima gli indizi sommari, poi le foto della camera d’albergo distrutta. Successivamente l’ipotesi delle sostanze in corpo che avrebbero accelerato una fine che, per molti, poteva essere annunciata.
Un uomo, questo era Liam Payne, che stava lottando contro i suoi demoni. Qualche volta sono stati più forti, ma il testa a testa è durato sino alla fine. A Londra un ultimo saluto ad amici e colleghi con il funerale in grande stile. La bara che attraversa parti della città con cavalli e carrozza. Le scritte sul feretro: “Figlio e papà” come dire che, malgrado tutto, la sua vita è stata accompagnata da tanto bene.
Anche se Liam Payne si sentiva schiacciato da una celebrità che, forse, pensava di non meritare. Nel giorno del suo commiato, però, un mese dopo quei tragici fatti di Buenos Aires, non è tempo per le domande. Nemmeno per i rimorsi. Si deve soltanto mettere un punto, per quanto difficile sia, nel migliore dei modi.
Payne è e resta un artista poliedrico che, anche da solista, sapeva emozionare le folle e coinvolgere chiunque con la propria musica. Molto più di un teen idol: si accingeva ad essere un artista completo di quelli che fanno divertire sul palco e riflettere al secondo ascolto. Lo sanno bene i fan che persino in questa occasione definitiva e triste non hanno voluto far mancare il proprio apporto.
A Buenos Aires cantavano le sue canzoni ai piedi dell’Hotel Palermo quando il dramma era ormai consumato, più di trentuno giorni per cercare di elaborare il lutto. Non sono bastati e non basteranno. Allora, la presenza a Londra, mentre passa il feretro, è quasi terapeutica.
Un ultimo applauso, strozzato da un grazie (anzi: “Thanks”) che significa tutto. La musica di Payne suonerà ancora, anche quando il peso dei ricordi sarà sostituito da una quotidianità senza ulteriore appello. Fine, una parola che nessuno vuole sentire, ma è ugualmente necessaria perchè così vanno gli eventi.
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Così funziona la vita, persino quando anticipa l’epilogo contro ogni aspettativa. Il punto provano a metterlo gli altri membri della band – I One Direction – che nel corso del commiato dicono: “Ricorderemo sempre la sua anima gentile, coraggiosa e divertente. Siamo devastati”. Un sentimento comune che presta il fianco a un futuro meno intrigante, ma comunque da vivere. Proprio come ha fatto Payne che, malgrado tutto, sapeva guardare in faccia la vita. Anche se il più delle volte vedeva un quadro in cui non si rispecchiava.
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