Michelle Hunziker non sorride più: documenti del giudice sbattuti in faccia, brutta caduta di stile per lei

Michelle Hunziker si è resa protagonista di uno scivolone clamoroso: lo scontro durissimo tra la presentatrice e Selvaggia Lucarelli.

Da diversi anni Michelle Hunziker è ai ferri corti con Selvaggia Lucarelli: con una lunga e approfondita inchiesta portata avanti nel 2018, infatti, la giornalista aveva dimostrato che l’associazione Doppia Difesa, fondata e promossa da Michelle, era una sorta di gigantesca truffa.

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Michelle Hunziker – cityrumors.it

Com’era ovvio che fosse, Michelle Hunziker e la sua socia, l’avvocata Giulia Bongiorno, querelarono Selvaggia Lucarelli per ripristinare l’immagine dell’associazione.

A distanza di anni, nell’ultima puntata di Verissimo, Michelle Hunziker ha affermato pubblicamente che il giudice ha dato ragione a Doppia Difesa, lasciando quindi intendere che tutte le prove, ma soprattutto tutte le accuse di Selvaggia Lucarelli erano da ritenere insignificanti e prive di fondamento.

La risposta di Selvaggia Lucarelli via social non è tardata ad arrivare ed è riuscita a inchiodare la Hunziker, che per una volta non potrà più sfoggiare il suo ormai famoso e proverbiale sorriso.

Selvaggia Lucarelli non ci sta: nuove accuse contro la Hunziker

Dal momento che c’è stato un regolare procedimento legale è assolutamente necessario riportare con esattezza quanto i giudici hanno stabilito sulla vicenda Doppia Difesa: è questo il succo delle pesanti affermazioni di Selvaggia Lucarelli su Instagram dopo l’intervista della Hunziker.

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Selvaggia Lucarelli – Fonte IG @selvaggialucarelli – cityrumors.it

“Le indagini hanno appurato che tutto quello che avevo scritto [sul Fatto Quotidiano nel 2018, n.d.r.) era vero. Sono stati addirittura controllati i tabulati telefonici della linea intestata a Doppia Difesa per vedere se avessi provato a telefonare dal mio numero, ed era vero anche quello” ha tuonato la giornalista, che non poteva accettare di vedere completamente stravolta la decisione del giudice.

La Lucarelli è anche arrivata a citare direttamente le parole della sentenza: “Appare difficile ritenere che, a fronte di migliaia di richieste di assistenza la Fondazione potesse dare tempestiva risposta a tutte”. Il problema? Doppia Difesa all’epoca poteva contare soltanto sul lavoro di una segretaria a tempo pieno e una part-time, quindi non aveva le risorse tecniche e umane per rispondere a tutte le richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza.

“Tutte le circostanze di fatto riportate nell’articolo dalla Lucarelli hanno trovato riscontro” scrive ancora il giudice, sostenendo quindi la tesi della giornalista, cioè che “Doppia Difesa è stata più uno spot che un vero aiuto alle donne”. Oltre a questo, la Lucarelli sottolinea che il processo è andato avanti per ben sei anni prima di essere archiviato, ed è stato fatto partire proprio dalle fondatrici dell’associazione che, dal canto loro, erano perfettamente consapevoli della veridicità di quanto riportato dalla Lucarelli. Se avessero semplicemente chiesto scusa si sarebbe risparmiato tempo e denaro.

“Ripassa quello che ha scritto il giudice, ovvero che nessuno ha gettato fango ma è stata detta solo la verità” ha concluso, piccata, la Lucarelli con un Tweet al veleno.

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