Nicola Savino si è lasciato andare ad una lunga confessione parlando della malattia che l’ha segnato nel profondo e del dolore.
Un uomo sempre spiritoso, che sa far ridere i suoi fan, eppure che ha mostrato grande empatia e anche sensibilità nel trattare tematiche personali di un certo spessore, aprendosi a confessioni intime che sicuramente hanno mostrato un altro lato della sua personalità.
Non è mai facile immaginare i propri idoli “umanizzati” con tutte le loro fragilità, condizioni difficili, con tutti i ricordi ma anche i dolori. In questo caso Savino si è mostrato sinceramente in grado di creare un rapporto diretto con tutti coloro che lo seguono da tempo e hanno sempre apprezzato il suo stile, oltre che la sua persona.
Il conduttore è stato intervistato dal Corriere e ha parlato di tutta la sua vita, dall’infanzia al lavoro, dalle relazioni al rapporto con la famiglia. Sviscerando argomenti di grande dolore e molto particolari, intimi da trattare con confessioni che sono arrivate in modo inaspettato ma naturale ha voluto così portare i suoi seguaci “dietro le quinte”.
Savino ha infatti aperto il suo cuore, spiegando che il padre ha sofferto di una forte depressione che è arrivata quando lui è nato, per poi degenerare nel tempo. “Non è semplice crescere un genitore gravemente depresso” ha detto, ma ci ha tenuto a specificare che questo non vuol dire che gli sia mancato l’amore.
“Da piccolo non avevo gli strumenti per capire cosa fosse quello che allora chiamavano ‘l’esaurimento nervoso’. Quando ti manca qualcosa di così importante da piccolo, superarlo non è semplice” ha spiegato, facendo riferimento al desiderio di ogni bambino di giocare con il papà, fare delle attività insieme.
Prima di morire il padre gli avrebbe confessato di sentire di non essere stato un buon padre. Il conduttore però ci ha tenuto a far sapere al suo papà che così non è stato “Gli ho risposto che era stato fantastico. Lui amava me, io amavo lui”. La mamma è venuta a mancare proprio quando la carriera stava spiccando il volo. Questo lo ha costretto a fare Quelli che il calcio dopo il lutto “il lutto più tragico” dice, parlando anche di quanto sia stato difficile fare tutto senza parlarne con nessuno.
Oggi è padre e vive il momento dell’adolescenza. Un periodo “difficile” per tutti i genitori che assistono a cambiamenti complessi dove, da semplici ragazzini si diventa adulti, con tutte le difficoltà soggettive che questo comporta a livello sociale. “Non ti danno le istruzioni” dice Savino, ed effettivamente ha ragione. È un compito arduo che, a quanto pare, gli piace e lo rende molto felice.
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