Oasis, la band ha annunciato la reunion dopo 15 anni, ma si registrano già le prime tensioni. Spunta la clausola anti-litigio.
C’eravamo tanto amati, o forse no. Liam e Noel Gallagher tornano alla carica con una reunion annunciata in grande stile alcuni mesi fa con una serie di concerti evento che dovrebbero riunire la band dopo 15 anni di separazione. Ha vinto la pace, oppure il marketing. Non è ancora chiaro il motivo per cui i Caino e Abele della musica internazionale siano tornati insieme.
Nei mesi scorsi c’è stato un lento e graduale riavvicinamento, ma non è ancora risolto nulla. I due fratelli sono come cane e gatto: Noel e Liam si vogliono bene, ma se lo dicono poco per usare un eufemismo. C’è sempre qualcosa che non torna, l’ultima volta a tornare indietro sono stati centinaia di migliaia di biglietti.
Nel 2009 era tutto pronto per una schiera di concerti ai quali la band diede forfait. Litigarono sul palco, anzi nel backstage di una data in Italia e mandarono tutto a monte. Una rottura che sembrava insanabile, invece 5475 giorni dopo i due Gallagher cercano di rimettere insieme i pezzi. Non è facile, tuttavia, dire “dove eravamo rimasti”.
Soprattutto per una coppia che non ha mai brillato per equilibrio: la cronaca racconta di sale di registrazione distrutte e camere d’albergo ridotte malissimo. Non tanto per i danni durante le liti, quanto per le urla che gli altri clienti erano costretti a sentire e hanno portato numerose strutture eccellenti a livello europeo e internazionale a perdere introiti. Scenari che gli esercenti ricordano bene e non vogliono più rivivere.
Per questo uniti si vince, ma i risultati – nel mondo della musica odierna – si ottengono con le tutele. Quindi i produttori e anche le strutture del tour annunciato fanno inserire nei contratti vigenti una clausola anti-litigio. Il gruppo verrà pagato soltanto dopo aver portato a termine le date previste.
I guadagni sono talmente elevati, circa 6 milioni di sterline a testa per ogni concerto, che non possono esserci forfait. Anche e soprattutto per la mobilitazione di beni, strutture e risorse umane. Una macchina organizzativa da centinaia di migliaia di persone che rischia di saltare a causa di altre possibili incomprensioni.
Un rischio da evitare, ma soprattutto mettere in conto. Quindi, prima si suona e poi (eventualmente) si litiga. Questi i patti. I problemi, tuttavia, per la band non sono finiti. 50mila tagliandi restano sotto i riflettori delle autorità perchè oggetto di potenziali truffe. Vittime dei raggiri sono state persone dell’età media di 35-44 anni.
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Un range decennale che avrebbe fatto di tutto per avere un biglietto: i risultati sarebbero stati pessimi. Il raggiro è dietro l’angolo, proprio come l’ulteriore scioglimento degli Oasis. Due spauracchi da prevenire con ogni mezzo. A vincere, stavolta, dev’essere solo la musica.
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