Tigre, tutti siamo affascinati da questo possente animale. Ma qual è il vero motivo all’origine del suo caratteristico mantello striato?
Questi felini grandi e maestosi da sempre incutono fascino e terrore. Le tigri si possono riconoscere facilmente dal loro tipico manto a strisce, vero e proprio marchio di fabbrica di questo animale dalla stazza imponente che in Asia è considerato il vero “re degli animali”.
Giaguari e leopardi si fanno notare per le loro grandi macchie a forma di rosetta, i leoni per la pelliccia dorata (e i leoni maschi per la tipica criniera). Ma le tigri sono davvero uniche con le loro strisce verticali che vanno da una colorazione marrone a una nera.
La curiosità che sorge subito porta a chiedersi a che cosa servano mai le strisce delle tigri. Del resto è noto che se la natura è imprevedibile è anche vero che non fa nulla a caso o senza alcun motivo. Perché dunque le tigri hanno quelle strisce che le rendono uniche al mondo?
Il vero motivo per cui le tigri hanno le strisce
Bisogna sapere che le tigri sono predatori al vertice della catena alimentare. Questo significa che non devono preoccuparsi di nascondersi da altri animali in grado di cibarsi di loro. Per la sua caccia la tigre fa assegnamento sulla pura furtività.
Ecco perché le strisce tornano utili. I biologi spiegano che i segni della tigre assolvono una funzione nota come “disruptive coloration“. Si tratta di una forma di mimetismo che grazie a colori molto contrastati “rompe” la forma di un animale rendendolo in questo modo meno riconoscibile agli occhi delle sue prede.
Questa particolare colorazione scompone la forma voluminosa e le grandi dimensioni della tigre permettendole di mimetizzarsi al meglio con gli alberi e l’erba alta. La combinazione tra strisce nere e pelliccia consente a questo meraviglioso animale di imitare le screziature della luce solare.
In sostanza le strisce aiutano la tigre a mimetizzarsi con la luce solare filtrata e le ombre degli alberi in maniera da non dare punti di riferimento alle sue prede designate. L’essere umano possiede quello che è noto come “occhio tricromatico”. In altre parole la nostra vista è in grado di elaborare i colori a base di rosso, blu e verde, una combinazione che rende relativamente facile per noi individuare una tigre dalla sua colorazione (che a noi appare arancione).
Ma i mammiferi cacciati dalle tigri (come i cervi) sono capaci di elaborare solo blu e verde. Per un cervo la tigre si fonde perciò perfettamente con l’ambiente. Una prova ulteriore che i segni della tigre hanno una funzione mimetica è fornita dalla loro variabilità tra le sei sottospecie di tigre. La tigre di Sumatra ad esempio si caratterizza per strisce decisamente più strette rispetto alle altre tigri. Questo perché questa sottospecie vive generalmente nella giungla più fitta e questo tipo di strisce si adatta bene al suo specifico ambiente.