Piero Pelù, dalla depressione alla rinascita: il cantautore è pronto a lanciare l’ennesimo nuovo album della sua carriera
L’ultimo periodo non è stato assolutamente facile per uno degli ultimi rocker del nostro Paese. Stiamo parlando di Piero Pelù che ha avuto a che fare con la depressione ed acufene. Tra poco meno di tre mesi uscirà il suo nuovo album dal nome “Deserti“. Non solo: è pronto a ripartire alla grande con i suoi concerti (precisamente dal 29 giugno). Nel corso di una intervista rilasciata al “Corriere della Sera” ha voluto fare il punto della situazione sulle sue attuali condizioni di salute.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Alle preoccupazioni per la salute si sono sommati i pensieri legati alla fine dei Litfiba. Ho cercato un aiuto professionale, cui mi rivolgo ancora, e sono riuscito ad aprire delle belle porte. In “Maledetto cuore”, ad esempio, canto “ho bisogno di te”: lo diciamo raramente, ma abbiamo bisogno degli altri per non perderci in quei buchi neri con cui sto facendo i conti“. Nello studio di registrazione ha subito uno shock acustico, un incidente sul lavoro: aveva cambiato le cuffie e poi perse i sensi cascando a terra.
Da quel momento in poi, però, si è trascurato non effettuando alcun controllo e trascurando il problema. Un danno che ora è diventato irreversibile. Nonostante abbia recuperato un po’ non potrà completamente guarire del tutto. Anche se una piccola soluzione per attutire il problema esiste: “Un sistema acustico ben calibrato mi permette di affrontare di nuovo il palco: devo creare l’inferno sonoro fuori, ma in cuffia è come se avessi Casadei“.
Sono passati esattamente dall’uscita della canzone “Il mio nome è mai più” con la collaborazione di Jovanotti e Ligabue, testo nato durante la guerra in Kosovo e proventi che andarono in beneficenza ad Emergency. “Era nata quando dalle basi Nato in Italia erano partiti i caccia per bombardare Belgrado. Non ho mai smesso di suonarla e di dire “mai più” alle guerre. Oggi parliamo di Palestina e Ucraina, ma ci dimentichiamo di Sudan, Afghanistan, Birmania e altri conflitti. Sono un pacifista e obiettore di coscienza“.
In conclusione afferma di essere un convinto antifascista. Tutto questo per merito di suo nonno Mario che gli ha parlato del periodo della guerra e delle armi. Un personaggio che gli manca moltissimo è il fondatore di Emergency, Gino Strada.
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