Puff Daddy, il caso che riguarda il noto rapper si arricchisce di ulteriori dettagli: accusato di stupro anche il collega Jay-Z.
Puff Daddy è in carcere da marzo con le accuse di stupro e violenza sessuale. L’indagine partita dai rilevamenti delle autorità americane, tuttavia, prosegue. Al centro sempre i party del rapper: ormai definiti bianchi non solo per una sorta di pena del contrappasso elitaria.
Sean Combs, il vero nome dell’artista, organizzava determinate feste per dimostrare che anche la comunità black poteva dire la propria in fatto di divertimento ed escludere chiunque volesse in nome della supremazia musicale e non solo. Si vestivano di bianco per sentirsi importanti, proprio come coloro che – in maniera intollerante – avevano escluso Daddy e i suoi compari soltanto per il colore della pelle.
Questo è quello che ha raccontato lui incalzato dalle autorità: la realtà dei fatti, secondo le accuse, era molto più grave. In questi party ci si vestiva di bianco, ma i rischi erano molto più alti. Non si trattava soltanto di fiumi di alcol e droga. In gioco c’era anche l’integrità di uomini e donne. Le denunce per molestie si moltiplicano.
Oltre 80 donne e altrettanti uomini pronti a confermare le perversioni di Puff Daddy. Il rapper, tuttavia, non era il solo ad approfittarsi degli invitati alle feste. Storditi anche grazie alle sostanze stupefacenti. Un gioco delle parti, secondo le autorità, durato fin troppo che sta costando all’artista anni di reclusione, ma l’inchiesta in tal senso non è ancora conclusa.
All’interno dell’HipHop americano sta emergendo un nuovo casus belli, in grado di scatenare un movimento di mobilitazione, pari al MeToo nel mondo del cinema. In questo ciclone si aggiungono nuovi dettagli e altrettante scoperte che coinvolgono nomi importanti dell’industria musicale. Uno è senz’altro Jay-Z, marito di Beyoncé, anche lui rapper e produttore musicale.
L’uomo è accusato di stupro e violenza sessuale nei confronti di una 13enne. Tutto sarebbe avvenuto nel 2000, subito dopo gli MTV Music Awards. In compagnia dell’uomo ci sarebbe stata la donna che denuncia tramite il proprio avvocato e Puff Daddy. Stando all’accusa, i rapper avrebbero usato violenza senza la minima remora. Il legale, Tony Buzbee, ha presentato più di 20 istanze nei confronti di Combs ed è pronto a fare lo stesso agli altri eventuali membri di quello che somiglia davvero a un girone infernale.
Jay-Z, dal canto suo, resta sugli scudi: è pronto a difendersi. L’artista sottolinea: “Io i bambini li proteggo, non faccio queste cose. Dovremmo spiegare ai nostri figli (il riferimento è a Beyoncé e i pargoli che ha con lei) la situazione e i motivi di tutta questa crudeltà. Frutto di uno sporco ricatto. I miei legali – conclude Jay-Z – te la faranno pagare”. Parole forti verso Buzbee.
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L’avvocato non sembra intimorito, questa faida (giudiziaria e sociale) è destinata a proseguire. La cornice è tutt’altro che edificante. L’impressione è che, dopo il ciclone Daddy, altre rivelazioni sono pronte a distruggere dall’interno una parte importante dell’industria musicale americana.
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