Non passano inosservate le dichiarazioni del giornalista, lo sfogo contro la Rai arriva come un fulmine a ciel sereno. I fan sono con lui.
In pochi forse avrebbero scommesso sulla buona riuscita del suo programma, forse quattro anni fa neanche lo stesso padrone di casa. Eppure, nonostante lo scetticismo generale, gli ascolti e lo share sono cresciuti con costanza, fino ad arrivare a un insperato nove per cento.
Insomma, ormai il giornalista è riuscito a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto all’interno del palinsesto di Rai Due ma nei suoi confronti da Viale Mazzini non si sono comportati benissimo.
“Non arriviamo dalle rubriche del tg, non abbiamo il trenta per cento di traino ma lo share è salito dal cinque all’otto e al nove per cento”, ha detto il conduttore in una recente intervista concessa ai microfoni del Corriere della Sera e poi ha aggiunto come la sua trasmissione sia più seguita anche di quella successiva. “Vuol dire che la gente si sintonizza proprio per vedere noi”, ha dichiarato, orgoglioso del percorso intrapreso.
Il noto giornalista si sfoga contro la Rai: “Nonostante il successo…”
Tra i programmi di Rai Due che hanno conquistato il pubblico negli ultimi anni c’è sicuramente Viva Rai2!, il mattin show condotto da Fiorello, seguito subito dietro da Ore14, lo spazio di approfondimento di Milo Infante che va in onda dopo le rubriche del telegiornale. Nel giro di quattro anni, sin dal suo debutto in palinsesto, la trasmissione è diventata una vera e propria colonna portante per l’emittente, oltre che un appuntamento fisso per i telespettatori.
Tuttavia, pare che da Viale Mazzini non si siano mai complimentati – o almeno non abbastanza – con il giornalista per l’ottimo lavoro svolto fino a questo momento. “Siamo il programma più inosservato nella storia della tv: mai visto un comunicato sugli ascolti record, mai stati citati in una conferenza stampa”, ha spiegato Infante in una lunga intervista rilasciata qualche giorno fa al Corriere della Sera.
E non solo, perché continuando poi ha tirato in ballo anche il direttore della sezione Approfondimenti, Paolo Corsini: “Quando lo sento mi dice: ‘Non ti chiamo perché non mi dai problemi’”. Tutto chiaro, no?