Roberto Da Crema, noto come Baffo da Crema, perse la corona di re delle televendite nel 2003: prima il carcere, poi il riscatto.
Una figura controversa che, in qualche modo, è rimasta impressa nell’immaginario collettivo. L’esordio di Roberto Da Crema risale alla fine degli anni ’80. Divenne ben presto il re delle televendite, soprattutto per la sua strategia di marketing inconfondibile ed oggettivamente curiosa. Oltre a rivolgersi al pubblico con fare concitato, era solito maltrattare gli oggetti per provarne la qualità del materiale. Applicò il medesimo modus operandi per qualsiasi prodotto: dagli orologi ai giubbini di pelle, dalle tute dimagranti alle scale snodabili, fino ad arrivare ai forni.
“Ho piazzato 600mila forni, 400mila scale. In tv facevo 50-60mila vendite al mese” – ha raccontato qualche tempo fa. Una volta affermatosi nel mondo delle televendite, decise di esplorare i campi irraggiungibili dello show business. Partecipò ad un’edizione de La fattoria, ma venne espulso quasi subìto per una bestemmia pronunciata in puntata. Nel 1996 concesse un cameo al regista Mariano Laurenti per il film Chiavi in mano, dove interpreta un negoziante medioevale intento a sponsorizzare la sua scopa di saggina. Nel 1999 esordì persino sul grande schermo nel film biografico Per caso, il quale tuttavia si rivelò un vero flop al botteghino. E tra le esperienze che Da Crema vanta, figura anche il carcere.
Wanna Marchi e Roberto Da Crema? Forse parliamo di due facce della stessa medaglia. Così come la prima ebbe a che fare con la giustizia, il medesimo destino toccò a Baffo da Crema. Nel 2003 si trovava negli studi di Radio Italia, quando ben sei pattuglie della polizia lo raggiunsero per condurlo in commissariato. Venne accusato di bancarotta fraudolenta e successivamente condannato ad un anno ed otto mesi di carcere, con attenuanti e condizionale. “Ho passato sette giorni a San Vittore” – le parole di Da Crema – “Piangevo continuamente, pensavo che lì dentro sarei morto”.
Una volta uscito dalla struttura di detenzione, l’ormai ex re delle televendite godeva ancora di un minimo di popolarità: “I taxi fuori da San Vittore facevano a gara per raccattarmi. Il mondo va avanti” – ed effettivamente così è stato. Negli ultimi due decenni Roberto Da Crema ha rinunciato al piccolo schermo e si è ritirato a vita privata. È poi tornato a dedicarsi all’imprenditoria insieme ai figli, gestisce cinque grandi magazzini in Lombardia ed ha dato lavoro a 68 dipendenti. “Ho sbagliato, e anche molto, lo ammetto” – disse in seguito, per poi confessare – “Sogno un reality nel mio negozio. Starei qui anche a dormire. Magari me lo propongono”. Un sogno, questo, che probabilmente rimarrà nel cassetto.
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