La produzione di vino in ginocchio riporta dati veramente preoccupati, per un settore che rappresenta una fetta economica fondamentale.
L’Italia è uno dei maggiori prodotturi di vino al mondo, non solo a livello locale ma anche per l’esportazione. Ciò si traduce, chiaramente, in un ritorno economico degno di nota soprattutto per quelle regioni come l’Abruzzo dove questo è molto attivo.
Gli ultimi dati disponibili però non sono affatto positivi e lasciano intravedere un quadro complessivamente molto difficile per la Regione ma anche per il Paese. Gli addetti alla filiera sono allarmati e fanno luce un’emergenza vera e propria che richiede il massimo aiuto.
Abruzzo, emergenza produzione del vino: perdita del 70%
La produzione è calata del 70%, questo dato, più di tutti, è spaventosamente elevato. Si parla di un dramma vero e proprio che riguarda nello specifico tutte le aziende delle quattro province, oltre 30 mila ettari vitati. Le associazioni si sono riunite a Pescara per discutere anche di come questo sia per la filiera vitivinicola della regione una situazione senza precedenti.
La causa è da ricercare nelle precipitazioni che tra aprile e maggio si sono verificate nella zona, cosa che ha portato all’impossibilità di procedere con il raccolto e alla distruzione del lavoro fatto. Solo per l’Abruzzo questo vuol dire una perdita da 2.7 milioni di quintali d’uva, quindi 2 milioni di ettolitri di vino. Il danno economico è incredibile e si attesa, come riportato nella nota, a 380 milioni di euro.
La richiesta per il Governo è la sospensione di mutui e finanziamenti per due anni al fine di ripristinare la situazione e poter determinare un nuovo guadagno e nella sospensione dei tributi INPS. Le risorse economiche generate da questo raccolto saranno insufficienti per tutti. Tutti coloro che lavorano nella filiera sono coinvolti, in misura diversa. Senza considerare che il lavoro di mesi è andato in fumo. Una vera e propria emergenza.
La questione ambientale si è fatta sempre più difficile da gestire, anche per l’Italia ma non solo, basti pensare anche alla crisi che c’è stata in Spagna e che è tutt’ora in corso per ciò che riguarda la produzione di olio, cosa che ha portato ad un innalzamento dei costi in tutta la filiera, quindi negli altri Paesi, essendo la stessa la maggiore produttrice al mondo e dettanto i prezzi e le quantità nel settore. La stessa cosa accade oggi al vino, quindi il problema sarà per l’Italia ma anche per gli altri mercati, quantità limitate dei beni fanno innalzare i prezzi per tutti, senza contare poi i danni di tutti, anche di Paesi come la Francia che hanno subito i medesimi problemi.