Massima attenzione ai controlli riguardanti i contratti di affitto: quali sono quelli nel mirino del Fisco e che cosa si rischia se non si rispettano le regole
Rispettare le regole previste dalla legge è, nel caso dei contratti di affitto di qualsiasi natura, di primaria importanza per due motivi. In primis per non rischiare di essere considerati evasori fiscali, ma in secondo luogo anche come forma di tutela, per poter reagire ed essere protetti dalle norme nel caso di inquilini non pagatori.
Ebbene proprio nell’ambito dei contratti di locazione sono in corso, da parte del Fisco, una serie di controlli mirati ai quali è essenziale prestare attenzione per non ritrovarsi nei guai. Vediamo che cosa si tratta e qual è l’accorgimento che occorre rispettare.
Controlli del Fisco sugli affitti, che cosa bisogna verificare in fretta
Per capire meglio le ragioni di tali controlli è bene fare un passo indietro, alla riforma prevista dalla legge di conversione del Decreto Anticipi. Proprio questo decreto contiene una serie di misure atte a concretizzare una stretta sui contratti di locazione brevi. Ma la procedura è al momento in una fase iniziale in quanto manca uno strumento considerato di primaria importanza proprio nell’ambito dei controlli ‘anti-evasione’ che verranno effettuati e intensificati in merito a questa tipologie di contratti.
Stiamo parlando del Codice identificativo nazionale, o Cin, che il Ministero deve andare ad assegnare, dietro richiesta, alle unità abitative utilizzate per gli affitti di tipo turistico. In questo insieme rientrano anche le strutture turistico-ricettive alberghiere nonché quelle extralberghiere e anche gli alloggi brevi.
Questi codici devono essere inseriti in una banca dati nazionale che, una volta pronta, li conterrà tutti e verrà sfruttata nell’ambito dei controlli sugli affitti brevi. I controlli dunque non sono di fatto ancora partiti, a causa di alcuni ritardi in merito all’implementazione, ma è questione di settimane prima che le cose cambino in tal senso. I codici sono stati istituiti da varie regioni ma occorre ora il passo successivo ovvero standardizzarli per poi dotarli di un prefisso identificativo concretizzando l’interopoerabilità tra le banche dati regionali e quella nazionale.
Nell’attesa che il nuovo sistema entri in vigore è essenziale ricordare che il 15 febbraio è scaduto il termine per trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati degli operatori. Si tratta di un passaggio essenziale per contrastare l’evasione fiscale in merito alle transazioni economiche effettuate online. Pertanto per non rischiare di finire nel mirino dell’Ade è essenziale fornire tutte le informazioni richieste in merito all’attività, che vanno dalla prestazione di servizi personali alla vendita di beni, dalla locazione di beni immobili al noleggio di mezzi di trasporto.