Secondo gli ultimi dati Istat l’inflazione a luglio in Italia risale, portandosi all’1,3% (+1,0% il dato acquisito per il 2024).
L’accelerazione riflette l’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-4,0% da -8,6% di giugno), a causa sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Di contro, nel settore alimentare i prezzi dei prodotti non lavorati, come anche quelli dei beni lavorati, evidenziano un’attenuazione della loro crescita in ragione d’anno. Che contribuisce al rallentamento del tasso di crescita dei prezzi del carrello della spesa (+0,7% da +1,2%). A luglio, l’inflazione di fondo rimane stabile a +1,9%.
Come già accennato la risalita dell’inflazione si deve in primo luogo all’accelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +3,5% a +11,7%) e all’attenuarsi della flessione degli energetici non regolamentati (da -10,3% a -6,0%). Un sostegno all’inflazione deriva inoltre dall’andamento dei prezzi dei tabacchi (da +3,4% a +4,1%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +4,4%).
In rallentamento risultano, per contro, i prezzi dei beni alimentari non lavorati (che scendono a -0,4%, dal +0,3% del mese precedente), dei beni alimentari lavorati (da +2,0% a +1,6%), dei Beni non durevoli (da +1,3% a +0,9%) e dei Servizi vari (da +1,8% a +1,5%). Nel mese di luglio l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,9%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera lievemente (da +1,9% a +1,8%).
Inflazione, l’Istat: ecco l’indice generale
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni, pur restando negativa, registra una risalita (da -0,7% a -0,1%) e quella dei servizi è in lieve accelerazione (da +2,8% a +3,0%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si porta quindi a +3,1 punti percentuali (dai +3,5 di giugno). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +1,2% a +0,7%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,0% a +1,8%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+5,9%), dei beni energetici non regolamentati (+3,4%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei servizi relativi ai trasporti (+0,4%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,5%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dello 0,9% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, e aumenta dell’1,6% su base annua (in accelerazione da +0,9% di giugno); la stima preliminare era +1,7%.