Arriva una sorpresa amara per tantissimi lavoratori, che ora sono costretti a rimandare la pensione: il motivo è tutto nel saldo e stralcio.
Le pensioni sono sempre un tema caldissimo sulla penisola italiana. Nel corso di quest’anno sono tantissimi i pensionati nostrani che hanno potuto godere di un aumento dell’importo. Questo è infatti cresciuto del 5,4%, vale a dire l’equivalente del dato dell’inflazione in Italia.
Va specificato che questo aumento è solamente temporaneo, visto che dal prossimo anno il dato inflazionistico sulla penisola andrà a scendere e di conseguenza gli importi pensionistici rimarranno pressoché identici.
Luglio però è uno dei mesi più attesi da tantissimi pensionati. Infatti il settimo mese dell’anno è anche quello in cui viene erogata la quattordicesima. L’importo quindi raddoppia per la gioia di tantissimi cittadini. Ovviamente quando si parla di pensioni le lamentele sono diverse, dall’età in cui si accede al contributo fino ad arrivare al suo importo. Adesso bisognerà stare molto attenti, visto che tantissimi lavoratori sono costretti a rinviare la pensione a causa del saldo e stralcio.
Molti lavoratori hanno ricevuto una spiacevole sorpresa nel dover rimandare il pensionamento, a causa delle recenti disposizioni sul saldo e stralcio dei contributi introdotte dall’Inps con la circolare n. 86/2023. Il saldo e stralcio dei debiti contributivi, previsto dal decreto-legge 199/2018 e dalla legge 197/2022, ha comportato l’annullamento automatico dei debiti fino a 1.000 euro, affidati all’Agente della riscossione dalle amministrazioni statali, agenzie fiscali e enti previdenziali pubblici.
Questa misura ha interessato particolarmente gli iscritti alle Gestioni degli artigiani, dei commercianti, dei lavoratori autonomi agricoli e ai professionisti iscritti alla Gestione separata dell’Inps. L’annullamento dei debiti contributivi ha avuto un impatto negativo sulla posizione contributiva necessaria per il calcolo della pensione, poiché la pensione dipende dall’effettivo versamento delle contribuzioni previste per legge.
Il decreto lavoro, all’articolo 23 bis, ha previsto la possibilità per i contribuenti interessati di ricalcolare e saldare i debiti annullati entro il 31 dicembre, al fine di ripristinare la loro posizione previdenziale. Questo può avvenire sia in un’unica soluzione o in rate mensili. Per richiedere il ripristino dei contributi, i lavoratori devono presentare un’apposita domanda all’Inps, specificando i dettagli dei debiti annullati e la modalità di pagamento prescelta.
La domanda deve essere inviata entro il 10 novembre 2023 attraverso il sistema online o tramite PEC a seconda della categoria di appartenenza. Una volta accettata la richiesta dall’Inps e calcolato l’importo dovuto, i contribuenti sono tenuti a effettuare il pagamento entro la scadenza stabilita, per garantire il ripristino completo della loro posizione previdenziale.
Questa procedura è stata introdotta per proteggere le posizioni assicurative dei lavoratori interessati, garantendo al contempo il rispetto delle normative previdenziali vigenti. Per ulteriori dettagli e per il calcolo delle sanzioni civili, si rimanda al testo completo della circolare Inps n. 86/2023 disponibile sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Bonus tredicesima INPS, c'è una informazione non di poco conto che riguarda tutti i pensionati.…
L'ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica italiana è duro nei confronti della Corte: "Non c'è…
Crescono i beneficiari dei premi di produttività, con un valore medio annuo di oltre 1.500…
Dopo aver depositato il ricorso in Cassazione, adesso l'avvocato Schembri prepara un'altra battaglia: "Per tutti…
Fedez è pronto a tornare sul Web con un nuovo podcast. Il cantautore di Rozzano…
L'aeroporto, che è quello che frequentato e .trafficato dell'Inghilterra, ha avviato la procedura d'urgenza per…