Dopo lo stop introdotto dal Portogallo dal 1 gennaio 2024 al regime speciale di tassazione per i pensionati stranieri, restano comunque alcuni paesi favorevoli per gli italiani
Espatriare al termine dell’attività lavorativa e godersi la terza età con la pensione acquisita durante a precedente esperienza lavorativa in un luogo caldo, magari con il mare, e in cui il potere d’acquisto del nostro assegno mensile sia più forte di quanto non sia in Italia, non è un sogno proibito. Per circa 400 mila italiani, secondo i dati Inps, si tratta di un progetto di vita concreto e conveniente. Bisogna essere disposti a mettere molti chilometri tra sé e i propri affetti, magari figli e nipoti lasciati a casa, ma agli occhi di molti, a conti fatti il gioco potrebbe valere la candela.
Uno dei paesi stranieri da sempre preferito dagli italiani in pensione era il Portogallo. Buon clima, relativamente vicino all’Italia, costo della vita accessibile, ma dal 1 gennaio il governo lusitano ha introdotto lo stop al regime speciale di tassazione per i pensionati stranieri. Chi aveva quindi in mente di espatriare raggiunta l’età pensionistica deve ora guardare a un’ altra nazione.
La pensione all’estero
Una scelta di vita. Una decisione difficile, ma allo stesso coraggiosa che sempre più italiani hanno cominciato a prendere negli ultimi anni: godersi gli anni della terza età all’estero in un paese dal clima migliore, con la tassazione più bassa e dove il costo della vita permette di godersi gli ultimi anni della propria esistenza in maniera più dignitosa. Sulla base dei dati INPS, la maggior parte delle pensioni erogate all’estero hanno per destinatari cittadini canadesi e nord americani. Si tratta di pensioni di importo medio molto basso, che difficilmente superano i 150 euro, per lo più versati a lavoratori d’oltre oceano che hanno lavorato per brevi periodi in Italia. Ma ce ne sono quasi altri trecentomila che invece hanno scelto di trasferirsi all’estero appena hanno avuto la possibilità di chiudere il proprio rapporto lavorativo per raggiunto limite di età. E’ importante sapere che non esistono norme per le quali le pensioni italiane verrebbero magicamente raddoppiate una volta trasferiti all’estero. Vero è però che, se si usufruisce di una tassazione agevolata sfruttando le norme di alcuni Paesi stranieri, è possibile beneficiare di un introito netto superiore a quello di cui si beneficerebbe rimanendo in Italia.
La scelta del paese
Uscito di scena il Portogallo, che dal 2024 ha introdotto lo stop al regime speciale di tassazione per i pensionati stranieri, restano comunque alcune scelte ancora molto convenienti per chi ha voglia di provare a vivere lontano da casa una volta raggiunta la terza età. Un’alternativa pratica al Portogallo ad esempio è il trattamento offerto dalla Grecia. Atene prevede un’aliquota agevolata del 7% sui redditi da pensione di fonte estera della durata di 15 anni. Per usufruire occorre presentare la domanda entro il 31 marzo e non possono beneficiarne i cittadini che sono stati residenti in Grecia nei 6 anni precedenti alla richiesta dell’agevolazione. Altra opzione da considerare per i pensionati è Malta, che offre un’opzione interessante con il suo Malta Retirement Programme. Si tratta di un sistema fiscale che prevede una tassazione agevolata al 15% sui redditi esteri. Tuttavia, uno dei requisiti fondamentali è l’acquisto di un immobile nel paese dal valore minimo di 275.000 euro. Esistono poi buone possibilità in alcuni paesi dell’est europeo. Croazia, Slovacchia, Bulgaria, Ungheria e Romania mantengono, per chi decide di trasferirsi dalle loro parti, tassi privilegiati di tassazione, si va dal 10% della Bulgaria al 18% della Slovacchia. Ma il paese ad oggi più favorevole per un trasferimento in terza età resta l’Albania, l’unica che dal 2020 garantisce un’esenzione totale dai redditi da pensione estera.