Se nel 2024 avrete 60 anni allora potete prepararvi alla pensione. Il 2026 sarà l’anno in cui uscire dal mondo del lavoro.
Sognate la pensione ma temete che l’attesa sia ancora molto lunga? Per la pensione di vecchiaia in effetti servono 67 anni ma chi ha detto che questo debba essere per forza lo scivolo da utilizzare? Ci sono tante possibilità, anche l’uscita a 62 anni.
Le pensioni anticipate sono strumenti per lasciare il mondo del lavoro prima del compimento dei 67 anni. Una vera e propria ancora di salvezza per tanti lavoratori fisicamente e mentalmente stanchi anche se tutti gli scivoli di pensionamento anticipato comportano una riduzione sull’assegno. Principalmente perché i contributi accumulati sono in numero minore rispetto a quelli che si avrebbero attendendo la pensione di vecchiaia.
Poi c’è la questione dell’età inferiore e quindi dell’applicazione al montante contributivo di un coefficiente di trasformazione più svantaggioso (nel sistema di calcolo contributivo). Alcune misure, poi, comportano svantaggi aggiuntivi come Opzione Donna che obbliga le lavoratrici a calcolare l’assegno con il calcolo contributivo indipendentemente dalla data del primo versamento dei contributi (anche Quota 103 dal 2024). Insomma, la scelta di pensionamento anticipato deve essere studiata attentamente. Se questo è il desiderio come può lasciare il lavoro nel 2026 chi oggi ha 60 anni?
Due anni alla pensione per chi oggi ha 60 anni, in che modo?
Aspettare solo due anni e poi andare in pensione, non vi sembra bellissimo? Un sogno che si può realizzare per chi nel 2024 compie 60 anni con la citata Quota 103 a condizione che venga prorogata con la Legge di Bilancio 2025 e seguente. Permette il pensionamento a 62 anni con 41 anni di contributi accettando il sistema di calcolo contributivo. Le finestre di decorrenza sono state allungate nel 2024 arrivando a sette mesi per i dipendenti privati e nove mesi per quelli pubblici.
Ma se proprio non si avesse voglia di lavorare questi altri due anni soprattutto con l’incertezza che la misura ci sia ancora trascorso questo periodo? Un escamotage c’è anche se occorre valutarlo attentamente e riguarda i lavoratori precoci. Il riferimento è alla NASPI, l’indennità di disoccupazione erogata a chi perde involontariamente il lavoro ad esempio a causa di un licenziamento.
Prevede l’erogazione di un assegno mensile di importo pari alla retribuzione media degli ultimi quattro anni per un massimo di 24 mesi ossia per tutto il periodo di attesa della pensione con 41 anni di contributi. La NASPI permette, infatti, di accumulare contribuzione figurativa per raggiungere il requisito contributivo della pensione per i precoci (ossia coloro che hanno versato un anno di contributi prima dei 19 anni).