Ci sono importanti novità legate al pagamento e all’importo della Tari. A cosa dobbiamo prepararci nel corso del 2024
La Tari rappresenta insieme all’Imu una delle principali imposte che la maggior parte dei cittadini sono tenuti a versare annualmente e anzi rispetto alla tassa sulla casa, che esclude di fatto le prime abitazioni, la tassa sui rifiuti riguarda invece un maggior numero di immobili, esercizi commerciali, aziende e non solo.
Ebbene per quanto riguarda il 2024 è importante tenere alta l’attenzione in merito ad essa in quanto vi sono delle novità non propriamente positive in merito agli importi che andranno pagati. Cosa dobbiamo aspettarci, dunque, e per quale motivo potrebbero essere previsti aumenti?
La notizia, tanto più in tempi economicamente complessi come quelli che stiamo vivendo, è sicuramente di quelle che nessuno avrebbe voluto ricevere. Oltre al fatto che ad essa fa capo anche un recente emendamento dell’Esecutivo che concede, ricordiamo che la Tari è un’imposta comunale, più tempo ai comuni per stabilire la tariffa che i residenti o proprietari degli immobili presenti nel paese dovranno versare. L’emendamento in questione è legato al decreto Superbonus e prevede una proroga al 30 giugno, al posto del 30 aprile, del termine stabilito per approvare le tariffe. A questo si va ad aggiungere un’altra ragione che potrebbe comportare gli incrementi dei costi della tassa rifiuti.
Si tratta nientemeno che dell’inflazione, che ha già pesantemente impattato sul caro vita e che potrebbe tradursi anche in un possibile aumento della cifra da pagare annualmente per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Chiaramente saranno le singole amministrazioni a decidere se non effettuare variazioni di sorta oppure se stabilire eventuali rincari. Vi sono però alcuni scenari ipotizzati dall’Arera che prevedono possibili incrementi fino al 14%. Nella Capitale l’aumento potrebbe attestarsi intorno al 3% e trattandosi di una delle città italiane nelle quali la Tari era già più cara l’incremento andrebbe a impattare pesantemente sulle tasche dei cittadini.
Basti pensare che la media per un’abitazione di 100 metri quadrati e per un nucleo familiare di tre persone si attestava intorno ai 40 euro. Rimarranno comunque in vigore, per chi ha un Isee inferiore a 6500 euro, le esenzioni già previste per il 2023. Resta la speranza che si tratti di aumenti provvisori che, una volta che l’inflazione tornerà ai livelli pre-rincari, verranno azzerati.
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