Un bonus interessante nascosto tra le righe della legge. Se siete in procinto di andare in pensione potreste averne bisogno subito.
Se state per andare in pensione potreste voler conoscere tutti i modi possibili per aumentare l’assegno pensionistico. Ci sono alcuni bonus inseriti tra le leggi pensionistiche che possono essere delle ottime opportunità per alcuni lavoratori e lavoratrici che stanno per andare in pensione e vogliono godersi la vita dopo il lavoro.
Facendo i giusti passi e calcoli è possibile avere un assegno pensionistico più alto del normale. Con la riforma Dini del 1996, che ha inserito in Italia il calcolo contributivo dell’assegno ha anche permesso di sfruttare alcune opportunità interessanti. Mediamente il calcolo contributivo della pensione risulta in un assegno mensile più basso rispetto al passato, con il calcolo retributivo, quindi è ottimo che la riforma preveda anche degli aiuti per persone maggiormente in difficoltà per via di spese extra.
Una delle spese più importanti per un lavoratore è quella delle famiglia, in particolare per i figli. Questo è il motivo per cui lo Stato italiano ha previsto delle agevolazioni molto importanti per le famiglie numerose, in particolare con 3 o più figli. Uno dei più importanti è l’assegno unico per i figli, che prevede un aumento dell’importo mensile per ogni figlio dopo il secondo e un assegno extra per ogni figlio. Questo aiuto statale alle famiglie numerose prosegue anche dopo la pensione, in particolare per le donne, che hanno storicamente meno possibilità di carriera nel mondo del lavoro italiano.
Pensione più alta con questo bonus: cosa devi sapere
Il calcolo contributivo viene applicato per gli anni di contributo maturati dopo il 31 dicembre 1995 e prevede un assegno pensionistico che si basa solo sull’ammontare di contributi versati. I contributi messi da parte dall’INPS vengono quindi moltiplicati per il coefficiente di trasformazione che aumenta a seconda dell’età di ritiro dal lavoro del lavoratore.
Questo sistema, quindi, esclude completamente l’aumento dell’assegno pensionistico dato dall’inclusione nel calcolo della pensione degli ultimi stipendi ricevuti. Secondo il principio di anzianità del sistema del lavoro in Italia questi sarebbero stati i più alti della carriera di un lavoratore, rendendo quindi la pensione più alta di quanto sarebbe stata prima. Questo porta alla conclusione che una pensione contributiva ha un assegno inferiore rispetto alla retributiva ed è strutturata in modo che un lavoratore debba lavorare fino ad un’età avanzata per ottenere il massimo dell’assegno pensionistico.
Quello che i contributivi puri vogliono, quindi, è massimizzare quanto più possibile il coefficiente di trasformazione della pensione. Un sistema può essere sfruttato dalle lavoratrici madri di molti figli. Come spiegato prima lo Stato prevede una serie di agevolazioni per le famiglie numerose. Ecco quindi che le lavoratrici con 3 o più figli ricevono un aumento del coefficiente di trasformazione rispetto all’età di pensionamento.
Prendendo come esempio una lavoratrice di 67 anni che va in pensione quest’anno, essa può richiedere di avere un coefficiente di trasformazione più alto se ha 3 o più figli. In questo caso si può ottenere un coefficiente di trasformazione come se si fosse andati in pensione a 68 o 69 anni.