Da quando è stato attivato, l’Assegno Unico ha rappresentato un aiuto concreto per le famiglie con figli, ma non mancano criticità.
Il Governo, di concerto con l’INPS, ha permesso l’erogazione dell’Assegno Unico in maniera fluida e continua, infatti una volta che la domanda è stata accettata non c’è bisogno di fare nuove richieste. A patto, ovviamente, che non cambino ISEE o la composizione del nucleo familiare. Può capitare, però, che l’assegno venga bloccato o sospeso, e la famiglia beneficiaria viene avvisata tramite l’App IO oppure tramite un SMS.
Il problema è che spesso proprio tramite messaggini sul cellulare vengono perpetrate delle truffe, e quindi il cittadino che li riceve può cadere in confusione. Di recente si è verificato un fenomeno inusuale, infatti numerose famiglie si sono viste recapitare proprio dei messaggi da parte dell’INPS in cui si avvisava che la pratica dell’Assegno Unico era “decaduta”. Ecco cosa significa e cosa fare.
Hai ricevuto l’SMS dall’INPS e l’Assegno Unico è decaduto? Puoi risolvere in questo modo
Una recente comunicazione dell’Istituto di Previdenza ha messo in allarme tante famiglie che hanno visto il seguente messaggio: “Si informa che la propria domanda è decaduta“. La preoccupazione è stata tale che molti hanno scritto sulla pagina Facebook dell’INPS chiedendo spiegazioni e alla fine è arrivata una nota di chiarimento.
Il problema tecnico si è verificato perché dal 2023 ad oggi sono cambiate alcune cose, e ci riferiamo al passaggio del reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione e alle pratiche connesse a questi sussidi. L’Assegno Unico, lo ricordiamo, è erogato a tutte le famiglie che hanno figli, e non solo a quelle che si trovano in difficoltà economica. Chi però percepiva l’Rdc aveva l’erogazione dell’Assegno Unico direttamente nella PostePay, a differenza degli altri nuclei familiari che ricevono l’importo spettante sul conto corrente.
Il messaggio a cui si fa riferimento, dunque, è stato inviato dall’INPS alle famiglie che in passato percepivano l’Rdc e dunque si riferiva al fatto che quella precisa formula di erogazione non esisteva più. Sono davvero molte le famiglie che tra il 2022 e il 2024 hanno subito cambiamenti nell’ISEE e/o nel nucleo familiare e che magari non hanno prontamente informato l’INPS, quindi il consiglio è quello di accedere al proprio profilo e controllare lo status della pratica.
L’Istituto di Previdenza, ogni volta che trova una non congruità dei dati, provvede infatti a sospendere l’erogazione dell’Assegno Unico, o a erogarlo nell’importo minimo. Quando poi la posizione del nucleo familiare viene chiarita arrivano anche eventuali arretrati, e solitamente dal mese successivo alla definizione della pratica.