Bce, tassi di interesse non si toccano e rimangono invariati: ecco quello che cambia
Nessun passo in avanti e nessuno indietro: tutto resta esattamente com’è. La Bce (Banca centrale europea) non ha assolutamente modificato la questione relativa ai tassi di interesse che rimangono invariati. Per quanto riguarda quella sui finanziamenti continuano a restare sul 4,50%, quello sui depositi al 4% ed invece sui prestiti marginali al 4,75%. Novità, invece, per la stima sull’inflazione (in area euro) che è stata ridotta rispetto a quello che si vociferava nel mese di dicembre.
In questo 2024 si prevede che sarà del 2,3% (l’anno precedente 2,7%), nel 2025 sarà del 2% (in precedenza 2,1%) e nel 2016 1,9%. Al ribasso, invece, anche le stime sulla crescite per quest’anno allo 0,6% (nel mese di dicembre era dello 0,8%). Salvo poi crescere nel 2025 dell’1,5% e nel 2026 dell’1,6%. In merito a ciò sono arrivate anche le parole della numero uno della Bce, Christine Lagarde. Quest’ultima ne ha parlato subito dopo la riunione del Consiglio direttivo.
Queste sono alcune delle sue dichiarazioni: “Non abbiamo discusso di taglio dei tassi in questa riunione, ma abbiamo solo iniziato a discutere di arretrare la politica restrittiva. Ma ci servono molte più informazioni che arriveranno nei prossimi mesi per essere sufficientemente sicuri che stiamo raggiungendo il target del 2%“. Allo stesso tempo ha precisato che il consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse possano fornire un contributo importante per il ritorno all’inflazione del 2%.
La Bce ha tagliato la stima sull’inflazione per l’area euro rispetto a quello che si vociferava nel mese di dicembre. Su questo la Lagarde ha precisato che si trovano nel bel mezzo del processo di disinflaizone. Si stanno facendo importanti passi in avanti, anche se non possono dire di essere completamente sicuri. Per avere quante più informazioni possibili se ne parlerà nel mese di aprile e di giugno.
La presidente della Bce si è soffermata anche sui salari e le prospettive: “Anche se gran parte degli indicatori d’inflazione sono ulteriormente rallentati, restano pressioni inflazionistiche interne, specialmente la crescita dei salari. L’attività economica resta debole, i consumatori continuano a non spendere, gli investimenti restano moderati e le aziende esportano meno, ma i sondaggi indicano una ripresa graduale grazie all’inflazione in calo e agli stipendi che continuano a crescere“.
In conclusione ci ha tenuto a ribadire che le decisioni che prende la Bce non dipendono assolutamente da quelle che la Federal Reserve americana effettuerà. Segno del fatto che non c’è alcun tipo di vincolo tra le due parti.
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