Contravvenendo anche a una direttiva Ue, il governo ha detto che le tariffe in bolletta saranno fissate dallo Stato e non dalla concorrenza, creando allarmismo nei consumatori
Ora la situazione è definitiva, dal 10 gennaio 2024 cessa il mercato tutelato. Cioè quelle forniture di energia elettrica e gas naturale con prezzi e condizioni contrattuali definite dall’autorità per l’energia, l’Arera, destinati ai clienti finali di piccole dimensioni (quali famiglie e microimprese) che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero.
Il decreto energia appena approvato dal Consiglio dei Ministri non prevede alcuna proroga del mercato tutelato. Il Governo italiano aveva valutato la possibilità di posticipare ulteriormente l’obbligo di passaggio al mercato libero di 6 o 12 mesi, così non è stato. Del resto l’approvazione del decreto legge aveva subito diversi ritardi causati sostanzialmente da tre aspetti per cui ancora si doveva trovare una posizione condivisa: idroelettrico, eolico offshore e, appunto, mercato tutelato.
Ora può accadere davvero qualsiasi cosa. Il costo della materia prima, che contribuisce a comporre il prezzo finale delle bollette energetiche, è diminuito, ma non tanto da tornare ai livelli di prima dell’inizio della crisi tra Russia e Ucraina. Le bollette energetiche quindi, dopo i clamorosi picchi dell’estate del 2022, si sono abbassate, ma sono sempre ancora piuttosto pesanti per le tasche dei consumatori, soprattutto perchè a tenere controllato il prezzo finale contribuiva il mercato tutelato con la supervisione dell’Arera, l’autorità per l’energia. Il governo, dopo l’ultimo Consiglio dei ministri, ha varato il nuovo Decreto Legge per l’energia, decidendo però di abolire il mercato tutelato, contravvenendo anche a una direttiva della Comunità europea ben precisa. Questo significa, prima di tutto, che circa 9,5 milioni di famiglie e partite Iva dovranno sottoscrivere ,entro la metà dell’anno prossimo, un nuovo contratto sia per la fornitura di metano sia per l’elettricità.
Nel Dl di ieri pomeriggio sono state fissate le scadenze precise della fine del mercato tutelato: il 10 gennaio 2024 per il gas e il primo aprile per l’elettricità. Da quel momento in poi sarà lo Stato a fissare le tariffe che troveremo in bolletta e non la libera concorrenza. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha fatto sapere che istituirà un tavolo per studiare modalità di passaggio soft e non traumatiche per le famiglie. Anche gli operatori nel frattempo si stanno muovendo e hanno già cominciato a mandare avvisi ai loro clienti per questo passaggio, in alcuni casi proponendo offerte da sottoscrivere entro la fine del mese. “Il 10 gennaio ci sono le gare. Faremo delle valutazioni rispetto ai clienti vulnerabili, pensando per loro a una metodologia diversa. Con Arera stiamo definendo le modalità di attuazione”, aveva già anticipato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sul futuro.
Sono considerati vulnerabili quei cittadini che, alternativamente, si trovano in condizioni economiche svantaggiate, sono soggetti con disabilità, hanno un’utenza in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi, oppure hanno un’età superiore ai 75 anni. In tal caso, si verrà trasferiti in maniera automatica nel “servizio di tutela della vulnerabilità”, con condizioni contrattuali ed economiche definite dall’Arera. Tutti gli altri invece devono decidere se conservare l’attuale operatore, ma con un contratto diverso, oppure rivolgersi ad altri venditori. Se non si fa nessuna delle due cose, per il gas si verrà trasferiti automaticamente a una fornitura cosiddetta “placet” con lo stesso venditore. Per l’elettricità gli utenti ex mercato tutelato entrano automaticamente nel servizio a tutele graduali (Stg), della durata di 3 anni.
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