Quando un padre fa un bonifico per suo figlio ci sono dei limiti sulla quantità? E quante tasse bisogna pagare?
Quante volte un padre regala soldi al proprio figlio? Quante volte semplicemente vengono fatti dei bonifici ‘in famiglia’ per poter permettere di avere qualche cifra a disposizione per ogni genere di attività? Ma, soprattutto, quante volte succede che questi lo fanno e sono costretti a spendere dei soldi evitabili in tasse per un semplice passaggio di denaro?
In questo senso, nel 2025 ci saranno delle novità apportate dalla Legge di Bilancio prevista per il prossimo anno. Novità che, prima di approfondire, devono essere comprese indicando le causa che portano a queste spese superflue. In particolar modo, infatti, le imposte che vanno pagate sono due: l’imposta di registro e l’imposta sulle donazioni. Scopriamo cosa sono.
Quando parliamo di imposta di registro facciamo riferimento a una tassa applicata in Italia per registrare determinati atti, contratti o documenti ufficiali presso l’Agenzia delle Entrate. Questa viene disciplinata dal Testo Unico dell’Imposta di Registro e serve a rendere ufficiali a terzi i documenti registrati.
L’imposta sulle donazioni, invece, corrisponde a un tributo che viene applicato nel nostro Paese sui trasferimenti gratuiti di beni e diritti tra vivi, tra i quali le donazioni o liberalità. Il loro obiettivo è quello di tassare il passaggio di denaro da una persona a un’altra senza che vi sia una controprestazione.
Ora è il momento di capire come poter evitare di pagare soldi al fisco. Prima di tutto non ci sono limitazioni per quanto riguardano le cifre del passaggio e non è quindi necessario fare più bonifici se si rispettano le norme.
In questo senso, è utile sapere che quando si tratta di donazioni come quelle di un padre nei confronti di un figlio, la Cassazione, con la sentenza 7442/2024, ha imposto che le donazioni informali, come quelle qui trattate, non sono possono essere soggette all’imposta di donazione.
Una situazione che di conseguenza impone che quando si fanno questo tipo di donazioni, non ci sarà alcuna necessità di pagare questa tassa. Ci sono, però, alcuni casi in cui l’Agenzia delle Entrate potrebbe fare dei controlli su questi trasferimenti di denaro, ecco in quali situazioni:
sulle donazioni che superano un milione di euro e che non sono state dichiarate da chi ha effettuato la donazione, quindi non versando l’imposta sulle donazioni che equivale al 4% e sulle donazioni che, non toccano quota 1 milione, ma sono comunque “di non modico valore “rispetto alle capacità. Soprattutto se queste vengono effettuate senza atto notarile.
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