Bonomi di Confindustria: “La Germania aiuta le sue imprese, noi siamo un po’ in ritardo”

Il numero uno dell’industria italiana dà una pizzicata al governo attuale e cerca di avere più collaborazione

Non solo Meloni e Scholz, ma anche un importante e significativo bilaterale tra le industrie di Italia e Germania. Un incontro che ha avuto il benestare da parte del numero uno dell’Industria italiana, Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che ha visto di buon occhio queste riunioni tra due paesi molto importanti a livello europeo e in un momento particolare e difficile. In un’intervista a Repubblica, il presidente degli industriali italiani ha accolto con favore e soprattutto sul Patto di stabilità, sottolineando che “l’emergenza è ormai la regola“.

Il presidente
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi durante l’assemblea Unione Industriali di Torino (Ansa Cityrumors.it)

 

E sul piano firmato da Meloni si dice positivo: “Vediamo con favore il rafforzamento delle relazioni politiche tra Italia e Germania. In realtà l’integrazione tra le imprese è avvenuta da anni. La Germania resta il nostro principale mercato di sbocco. Anche se le cose stanno cambiando: prima beneficiavamo molto di più del suo traino. Ora questa correlazione si è rafforzata anche con la Francia e la Spagna“. Un patto nuovo che spinge l’Italia sempre più verso un paese come la Germania che è molto attenta a livello industriale, anche per questo Bonomi è ottimista sul da farsi e su quello che presenterà questo nuovo progetto tra i due paesi.

“Una volta era automatico dire ‘se la Germania va male noi andiamo male’, adesso non è così”

La modernizzazione
Una delle aziende italiane che investe sulla robotica (Ansa Cityrumors.it)

 

Bonomi è spesso critico con i governi, ma in questo vede che c’è voglia di dare una mano all‘industria italiana, tanto che si lascia andare a una battuta: “Una volta era automatico dire ‘se la Germania va male noi andiamo male’. Adesso meno. Nell’ultimo biennio la crisi della Germania è nei consumi e nei servizi, non tanto nell’industria. E quindi influisce meno su di noi. Inoltre loro hanno avuto un grosso impatto dalla crisi con la Russia e dal riaccentramento della Cina.

E il momento più delicato riguarda sicuramente l’energia, fondamentale per chi fa industria e per le industrie a livello lavorativo e produttivo, soprattutto con paesi come la Cina che avanzano e che, da un certo punto di vista, minacciano la cultura occidentale, forse anche dal punto di vista industrial, ma per Bonomi non è certo questo il problema: “La Germania resta il nostro principale mercato di esportazione: oltre il 12%, soprattutto in semilavorati e componentistica. Però pensiamo al famoso episodio in pandemia quando l’industria tedesca dell’auto andò dalla cancelliera Merkel e disse: se si ferma l’indotto italiano noi non possiamo riaprire. Ecco: è stato l’inizio di un cambiamento

Gestione cookie