Bonus casa, la Legge di Bilancio 2025 prevede nuovi parametri per quanto riguarda le ristrutturazioni all’interno delle abitazioni.
La Legge di Bilancio tiene banco nella scuola e all’interno della politica con scontri di diversa natura fra maggioranza e opposizione, ma sul piede di guerra sarebbero anche le parti sociali. I problemi, considerando l’iter legislativo che dovrebbe essere approvato nelle prossime settimane, sono tanti.
Si comincia con le pensioni: i calcoli dell’INPS sull’età pensionabile e le fasce per andare in pensione sono errati, il dibattito si anima e le certezze sembrano venire meno. Gli attacchi dei sindacati non placano il confronto, la discussione si sposta all’educazione. Principalmente legata ai programmi nelle scuole.
Bonus casa, scontro sugli incentivi: cosa cambia rispetto al passato
L’ultima decisione, affatto condivisa dai principali partiti antagonisti alla maggioranza, è legata all’educazione sentimentale. Scomparsa dai programmi scolastici. Il fondo destinato a tale compito è stato spostato alla prevenzione dell’infertilità per i docenti, spesa totale: 500mila euro.
In molti hanno visto in questa scelta la volontà di un passo indietro per favorire un tipo di approccio conservatore alla didattica. Lo ribadiscono a gran voce +Europa e Alleanza Verdi Sinistra. Le rimostranze non sono finite e vanno a toccare i cittadini nel profondo. La pietra dello scandalo, per gli oppositori di Giorgia Meloni, è infine legata al nuovo bonus casa.
L’attuale Governo ha messo in soffitta l’ex bonus facciate e ha scelto di ripristinare gli incentivi sulle ristrutturazioni ma con criteri stringenti. La cinghia, secondo molti, tuttavia è troppo stretta: basti pensare che gli sconti sui lavori possono essere del 50% a una condizione.
Differenze tra abitazione principale e seconda casa
Le ristrutturazioni devono essere fatte all’interno dell’abitazione principale: chi vive altrove mentre ristruttura ha diritto a incentivi ridotti. Si parla del 36% di sconto anziché del 50%: una differenza che può cambiare i destini di molti. Anche in termini di scelte. In questi termini ad essere tagliati fuori dall’erogazione del bonus sono centinaia di migliaia di cittadini.
Numeri alla mano, in Italia vengono comprate e vendute annualmente circa 700mila case: il motivo è semplice. Alcune diventano abitazioni principali e altre sono un “appoggio” nell’attesa di rimettere in sesto la vivibilità di ciascuna dimora. Mezzo milione diventano abitazioni principali. Ora il 50% di sconto è possibile soltanto se residenti nella casa oggetto dell’intervento al momento del rogito.
Ammortamenti, tariffe e detrazioni
Altrimenti gli incentivi si dimezzano. Una situazione che rischia di creare stallo e insofferenza. L’unico auspicio, per questo è stato convocato un tavolo tecnico, potrebbe essere il calmiere dei prezzi come nel precedente del Superbonus: ovvero appellarsi alle tempistiche di riuscita. La soluzione, infatti, potrebbe essere con dei trasferimenti lampo, ma è ancora tutto da stabilire.
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Al momento gli incentivi sono esclusivamente appannaggio di chi abita nella casa che decide di ristrutturare. Tradotto: l’abitazione principale ha un ammortamento pari alla metà della spesa totale. Altre tariffe, con relative detrazioni, spettano a chi dimora altrove e intende trasferirsi una volta concluse le operazioni di restauro. Una vera e propria matassa da sbrogliare: se prima a fare la differenza bastava la resilienza, ora serve anche la residenza.