Bonus casalinghe, arriva una brutta notizia nel 2024: come funziona e quali sono i requisiti da rispettare

Il bonus casalinghe si sta rivelando una delusione, sotto molti aspetti; ecco come funziona, a chi spetta e come chiederlo.

Siamo stati abituati ai bonus e agevolazioni, misure politiche inventate per aiutare i cittadini più deboli economicamente, ma non sempre questi bonus rappresentano un reale vantaggio. È il caso, tra gli altri, del bonus casalinghe, che dovremmo tra l’altro chiamare in un altro modo, perché non è riservato solamente alle donne a casa, ma anche agli uomini, e dunque ai “casalinghi”.

cos'è il bonus casalinghe
Il bonus casalinghe 2024 non è propriamente un aiuto concreto – Cityrumors.it

Questo bonus, comunque, non è un’erogazione in denaro, ma un aiuto non-finanziario volto ad incentivare l’inserimento nel mondo del lavoro. E non spetta a tutti.

Come funziona il bonus casalinghe, e perché è così complicato ottenerlo

Abbiamo detto che alle casalinghe e casalinghi che, per scelta o per vari problemi, stanno a casa a svolgere le attività domestiche non spetta un bonus in denaro, ma un aiuto per accedere più facilmente al mondo del lavoro.

col bonus casalinghe si accede a corsi formativi
Il bonus casalinghe non è altro che la possibilità di frequentare dei corsi online – Cityrumors.it

Il bonus, in realtà, quello in forma di denaro, arriverà a una lista lunghissima di Enti che si occupano di formazione. In pratica, sono stati stanziati miliardi di euro che andranno a questi Enti e associazioni, che organizzeranno corsi di formazione rivolti appunto ai casalinghi e casalinghe.

Questi corsi – che sono gratuiti per i frequentanti – dovrebbero formare appunto le persone che per qualche ragione sono a casa e non riescono a trovare un lavoro. Quando si parla di casalinghi/e, dunque, ci si riferisce a chi rimane a casa e si occupa della famiglia a titolo gratuito, e non per lavoro. Fino ad oggi questa condizione era vissuta per lo più dalle donne, ma esistono anche uomini che rimangono a casa mentre il partner va a lavorare.

Invece di riconoscere questo tipo di attività come utile alla società e dunque beneficiabile di paga, si continua a pensare al casalingo/a come una figura disperata, che non ha voglia di lavorare, con scarsa istruzione magari. Al contrario di altri Paesi civili, dove invece a chi cresce i figli, si occupa della casa e magari anche degli anziani viene riconosciuta un’indennità in denaro, perché di fatto si tratta di un lavoro vero e proprio.

In Italia si preferisce spendere miliardi per organizzare corsi di dubbia qualità/utilità. Infatti basta guardare la lista dei corsi ideati per capire quanto il bonus casalinghe/i sia una iniziativa opinabile. Il soggetto interessato, ovvero chi sta a casa senza lavorare, può scegliere un corso tra quelli in lista, pubblicati sul sito www.pariopportunita.gov.it, e partecipare gratuitamente. Non servono altri requisiti, nemmeno l’ISEE.

Ma guardando alla tipologia di corsi viene davvero da riflettere. I titoli di queste offerte formative sono piuttosto “tristi”. Qualche esempio?

  • Home POWER. Percorsi di digitalizzazione per l’empowerment“;
  • “CASALINGHƏ 4.0: ACQUISIRE LE COMPETENZE DIGITALI ATTRAVERSO LA FORMAZIONE”;
  • DON’T MIND THE GAP – Progetto per il contrasto al Digital Divide“;
  • “DomestICT – Competenze digitali per l’ICT a uso domestico”…

… e altri ancora, che non fanno assolutamente comprendere che cosa si impara a questi corsi. Ma non è tutto, perché le rispettive aziende, Enti, società no profit e via dicendo, per offrire questa formazione hanno richiesto compensi che variano dai 100 mila ai 300 mila euro. I corsi non saranno effettuati nemmeno in presenza, perché verranno attivati esclusivamente in modalità telematica.

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