Poste Italiane costretta a risarcire migliaia di titolari di Buoni Fruttiferi: ecco tutti gli importi in ballo.
Violazione dell’obbligo informativo e causalità tra l’omissione e la perdita per inutile decorso del termine di scadenza del buono. Queste le ragioni ufficiali del risarcimento a cui è stata condannata Poste Italiane. Una buona notizia per i tanti titolari dei famosi Buoni Fruttiferi, tra gli strumenti di risparmio più apprezzati dagli italiani.
Con una recente sentenza Poste Italiane è stata sanzionata per violazione degli obblighi di informazione e trasparenza, e condannata al risarcimento dei danni per il mancato rimborso di un Buono Fruttifero prescritto, danni liquidati in misura pari al capitale investito, oltre alle maggiorazioni come previste dal titolo e agli interessi sulla somma anno per anno, rivalutati a decorrere dalla scadenza del buono fino al saldo. Tecnicismi a parte, vediamo come si traduce questa novità nelle tasche dei risparmiatori.
Le “omissioni” contestate a Poste Italiane
La sentenza in oggetto si basa in particolare sulla mancata consegna del foglio illustrativo, in contravvenzione a un esplicito obbligo di legge: il Buono Fruttifero postale oggetto di causa non recava alcuna indicazione sulla durata e/o sulla scadenza dell’investimento, per cui il risparmiatore non ha potuto prendere cognizione della data di scadenza dei buoni.
Il caso di specie ha visto protagonisti tre risparmiatori che hanno citato in giudizio Poste Italiane Spa per il mancato rimborso di un Buono Fruttifero Postale, serie CE, che era stato sottoscritto in data 02.08.2000. I ricorrenti hanno dedotto che nel retro del Buono in questione era indicato che l’importo sarebbe aumentato del 40% dopo 7 anni e del 65% dopo 10 anni. Lo stesso Buono, inoltre, non riportava alcuna indicazione: al momento della sottoscrizione non era stato consegnato il foglio illustrativo contenente le condizioni generali dell’investimento.
L’amara sorpresa è arrivata quando i tre, recatisi presso un ufficio postale, si sono visti negare la restituzione dei soldi investiti perché, stando a quanto loro riferito, il diritto alla riscossione era prescritto.
Esaminate tutte le carte e sentite tutte le parti, il Giudice di Pace di Oristano ha condannato Poste Italiane al “pagamento in favore dei ricorrenti di 1.000 euro, oltre maggiorazioni come previste dal titolo e oltre interessi sulla somma anno per anno rivalutati a decorrere dalla scadenza del buono sino al saldo”, oltre alle spese legali e alle spese stragiudiziali di mediazione. E ora molti altri risparmiatori in condizioni analoghe potrebbero seguire la stessa strada.