Rincari record per la stagione invernale 2023/2024 con un +8% su skipass. A rivelarlo un’inchiesta di un sito web elvetico che ha pubblicato una graduatoria degli abbonamenti giornalieri più cari
L’inverno stenta a far sentire la sua morsa. Le temperature sono tutt’altro che basse e la neve deve ancora imbiancare come si deve le montagne, ma la voglia di andare a sciare, soprattutto in questo periodo, in concomitanza con le vacanze di Natale, è grande negli appassionati. Ma gli amanti di sci e snowboard dovranno fare i conti con rincari record da parte di tutte le strutture ricettive e delle aziende responsabili delle piste.
Soprattutto gli skypass, quegli abbonamenti giornalieri o settimanali che permettono di frequentare le piste da sci, sono aumentati in maniera talvolta anche esagerata. Un problema comunque che non riguarda soltanto gli impianti italiani, ma tutti quelli europei a ridosso dell’arco alpino e non solo.
Quest’anno andare a sciare costerà ancora più caro. La stagione invernale alle porte registra già rincari record sui prezzi di skipass, lezioni di sci e alloggi: gli aumenti medi rispetto allo scorso anno si aggirano intorno all’8%, con alcune località che registrano picchi del 22% rispetto a due anni fa. In generale, si stima che questi aumenti abbiano un impatto del 25% sull’intera filiera dell’industria turistica legata alla neve, compresi alloggi, servizi di ristorazione, scuole di sci, noleggio di attrezzature e materiali. Una delle voci che impatta maggiormente sul costo finale di una vacanza di una settimana sulla neve è quello dello Skypass, l’abbonamento obbligatorio per accedere sulle piste. Ma se gli italiani piangono per colpa degli aumenti anche all’estero di certo non ridono e una recente indagine di un portale specializzato svizzero ha messo in mostra come lo skypass sia una vera e propria tassa. Infatti secondo il sito di notizie elvetico Blick, le montagne più costose da questo punto di vista sono quelle in Utah e Colorado negli Stati Uniti, seguite da quelle svizzere e da quelle austriache, ma anche un paio di stazioni sciistiche italiane si “fanno rispettare” e entrano in questa speciale classifica al contrario.
La stazione sciistica più cara del mondo è Park City, nello Utah, dove lo skipass giornaliero costa ben 299 dollari (277 euro). Il comprensorio offre 944 chilometri di piste. Sempre nello Utah, il secondo abbonamento giornaliero più caro, a Deer Valley, dove costa tra 189 e 289 dollari (268 euro). A Breckenridge, Colorado, il giornaliero costa 279 dollari (259), a Winter Park, sempre in Colorado, si arriva a 249 dollari (231). La località sciistica più cara d’Europa è Zermatt, in Svizzera, dove la tessera giornaliera costa fino a 118,50 euro, mentre a Crans Montana può essere acquistata online fino al 24 dicembre a 60 euro, poi costerà 94, poco più che a Davos-Klosters (89 euro), mentre, a Sankt Anton am Arlberg, in Austria, il costo è di 75 euro. In questa speciale classifica delle località con l’abbonamento più caro entrano anche due località italiane dell’Alto Adige, l’Alpe di Siusi e Plan de Corones. Per sciare sulle piste dell’Alpe di Siusi, l’alpeggio più alto d’Europa, serviranno, a seconda del periodo, tra i 72 e gli 80 euro. Per usufruire degli impianti e piste di Plan de Corones, la montagna sopra Brunico in Val Pusteria, molto frequentata non solo dai turisti italiani, ma anche da quelli delle confinanti o vicine terre di lingua germanica, la tessera giornaliera costa 74 euro.
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