Con l’avvicinarsi delle festività pasquali sono arrivati rincari su cibo, viaggi e alloggi, con una spesa complessiva stimata in 2,2 miliardi di euro
La Pasqua si avvicina e, purtroppo, porterà con sé un’amara sorpresa per gli italiani. Si sono registrati nuovi incrementi dei prezzi in ogni comparto produttivo, soprattutto per quel che riguarda il settore alimentare e quello dei viaggi. Lo conferma Assoutenti con uno studio che calcola questo aumento pari a un miliardo in più per mangiare e viaggiare.
L’uovo di Pasqua, il dolce tipico di questa festività per gli italiani, è quello che ha mostrato i rincari più rilevanti rispetto allo scorso anno, dato che i prezzi medi sono saliti del +24%, in netto aumento rispetto al +15,4% registrato nel 2023. Ma se si considerano alcune marche specifiche gli aumenti possono arrivare addirittura al +40%.
Quella del 2024 sarà un’altra Pasqua fortemente segnata da rincari che non risparmieranno nessun comparto a disposizione degli italiani. A partire dai prezzi dei generi alimentari, che crescono in media del 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con picchi del 46,2% per l’olio d’oliva, dell’11,1% per la frutta fresca e del 14,9% per le patate. Un trend in crescita che colpisce anche alcuni prodotti enogastronomici tipici della Pasqua, come la carne ovina, caprina o i salumi, che salgono del +3,8%. Nel settore dei prodotti da forno ad aumentare maggiormente è il prezzo della pizza pasquale (+18%), in quello della carne il salame corallina (+12%). Senza contare l’aumento delle uova fresche, del +10,5%.
Ma non sarà esente dai rincari anche chi deciderà di passare questa festività lontano da casa. Brutte notizie infatti arrivano anche sul fronte delle tariffe aeree, salite del +81% rispetto a circa due settimane prima. Nell’indagine dell’O.N.F. l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, sono stati messi a confronto i vari costi relativi a un viaggio nel weekend di Pasqua (dal 30 marzo al 1° aprile), con quelli per lo stesso viaggio in un weekend di marzo (dal 17 al 20). In particolare, la tratta Roma – Cagliari e Milano – Bari segna rincari del +118%. Per volare da Milano a Palermo, invece, si spende il +106% rispetto alla settimana fuori dalle festività presa come riferimento. Per quanto riguarda le tratte internazionali, invece, l’aumento medio risulta pari al +35%.
Inoltre c’è chi non viaggia solo per piacere, ma semplicemente per tornare a casa per qualche giorno da trascorrere in famiglia, ma con costi così proibitivi dovrà probabilmente rinunciare. Per questo Federconsumatori provvederà alla segnalazione di questi aumenti anomali, che di fatto ledono il diritto alla mobilità dei cittadini, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e all’Autorità dei Trasporti, per verificarne la correttezza. “Con queste tariffe viaggiare in aereo sta diventando sempre più un lusso per ricchi”, commenta il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, “una situazione che lede il concetto di continuità territoriale e danneggia non solo i consumatori, costretti e rinunciare alle partenze o tagliare i giorni di villeggiatura, ma anche le imprese locali, disincentivando il turismo”. Anche per i viaggi in pullman, tipologia di viaggio più economica, l’aumento medio è pari al +55%, con picchi sulle tratte Bologna – Napoli (+75%), Roma – Lecce (+72%) e Roma – Napoli (+60%). Le tariffe dei treni sono aumentate mediamente, rispetto a due settimane prima, del +20%.
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