La fiammata dell’inflazione degli ultimi anni ha causato un aumento purtroppo significativo del costo della spesa degli italiani
Tra il 2021 e il 2023 l’inflazione è cresciuta del 14,2 per cento, costringendo la famiglia media italiana a spendere 4.039 euro in più. I rincari più importanti hanno interessato i biglietti aerei, le bollette di luce e gas e i prodotti alimentari (zucchero, riso, olio di oliva, latte a lunga conservazione, burro, etc.), che si sono tradotti in un aumento medio mensile per le famiglie pari a 337 euro. Dati registrati dall’Ufficio studi della Cgia, che sottolineano le difficoltà ad affrontare anche le spese di sussistenza proprio da parte delle famiglie con situazioni economiche già compromesse dopo anni di restrizioni e chiusure.
L‘associazione delle piccole e medie imprese spiega che una perdita di potere d’acquisto di queste proporzioni non si vedeva da 25 anni e a risentirne negativamente sono anche le piccole attività commerciali, molte delle quali hanno già chiuso durante la pandemia. Saracinesche abbassate per molti negozi e per quelli che hanno resistito si spera nel 2024, durante il quale l’inflazione dovrebbe rallentare e registrare una crescita media inferiore al 2 per cento, ma rimane sempre l’incognita legata alle guerre. Infatti, se le crisi in Medio Oriente e in Ucraina dovessero precipitare ulteriormente, l’aumento dell’inflazione potrebbe attestarsi ben al di sopra del 2 per cento e le previsioni potrebbero saltare completamente.
L’inflazione costringe quindi gli italiani a spendere di più per acquistare di meno, portandoli a risparmiare su tutto e a volte a tagliare direttamente alcuni prodotti abituandosi a farne proprio a meno, infatti ultimamente fare la spesa è sempre più costoso e praticamente ogni giorno il carrello si svuota lentamente, ma inesorabilmente. Hanno tenuto bene le vendite della grande distribuzione, ma non dei negozi dei centri storici e dei negozi di vicinato, mettendo in difficoltà chi non ha la possibilità di spostarsi autonomamente come le persone anziane, ma anche chi non ha un’auto. Senza contare il peggioramento delle zone in cui non ci sono più negozi sia dal punto di vista della sicurezza sia della socializzazione.
Scendendo nel dettaglio delle singole voci di spesa, gli aumenti dei biglietti aerei dei voli internazionali sono stati del +106,1 per cento, le bollette dell’energia elettrica del +93,1 per cento, i biglietti dei voli aerei nazionali del +65,4 per cento, le bollette del gas del +62,5 per cento, lo zucchero del +61,7 per cento, il riso del +48,2 per cento, l’olio di oliva del 45,5 per cento, il latte conservato del +37,4 per cento e il burro del +37 per cento.
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