Non tutti lo sanno, ma il 5 giugno è una data cruciale per chi ha ricevuto cartelle esattoriali, ecco cosa può accadere quel giorno.
Ricevere una o più cartelle esattoriali che certificano di dover mettere mano al portafoglio è una circostanza che non può essere esclusa a priori, per quanto spiacevole. A volte, infatti, può bastare un piccolo errore nostro o del commercialista che gestisce la nostra situazione economica per rendersi conto di aver pagato meno del previsto e di ritrovarsi così con una spesa aggiuntiva, non sempre lieve.
Riuscire a mettersi in regola è quindi determinante, anche se può non essere semplice per tutti, specialmente se questo si verifica in un periodo in cui si hanno già numerosi conti da pagare. Chi si trova in questa situazione dovrebbe segnare in rosso una data sul calendario, che può essere cruciale.
In un periodo come quello che stiamo vivendo i soldi non sembrano bastare mai, anche solo per la gestione delle spese ordinarie. La situazione non può che essere più grave se dovesse verificarsi un’emergenza e non si riesce così a racimolare l’importo che sarebbe necessario. In quest’ultima casistica rientrano anche le cartelle esattoriali, che finiscono per generare una vera sensazione di panico quando si ritrovano nella casella della posta.
Pensare di dimenticarsene non è ovviamente la soluzione. Anzi, tra le conseguenze possono esserci situazioni spiacevoli che possono riguardare anche i beni della persona interessata, quali pignoramento, ipoteca e fermo amministrativo.
L’unica ancora di salvataggio in questi casi può essere rappresentata, anche se non sempre è disponibile, da quella che viene definita “pace fiscale“. Questa si verifica quando vengono considerate rottamate le cartelle esattoriali che riguardano un determinato periodo. Chi si trova in difficoltà al momento dovrebbe tenere presente una data fondamentale, che è ormai prossima, il 5 giugno 2024. Quella è una proroga rispetto all’iniziale 31 maggio, in cui è previsto il termine della quarta rata della rottamazione (le precedenti erano previste il 31 ottobre 2023, il 30 novembre 2023 e il 28 febbraio 2024).
Aderire a una rottamazione, a differenza della dilazione, comporta degli obblighi per l’utente, che è importante conoscere. Non si può infatti andare oltre i cinque giorni successivi per provvedere al versamento, in caso contrario il beneficio decade. Per chi avrebbe dovuto regolarizzare la propria posizione entro la fine di maggio questo rischio non esiste, visto che è stato già messo in preventivo un posticipo di altri cinque giorni.
Ma cosa accade se non si agisce nemmeno entro il 5 giugno? I problemi possono esserci, è bene tenerlo presente. Le agevolazioni che venivano concesse non saranno più valide, per questo in caso contrario sarà necessario inevitabilmente saldare i debiti esclusivamente in una sola soluzione, a cui si aggiungono sanzioni e interessi.
L’unica alternativa è data dalla richiesta di un’ulteriore rateizzazione, se questa dovesse essere accettata si dovranno comunque aggiungere interessi e sanzioni. Insomma, forse fare un sacrificio e muoversi in tempo può essere davvero provvidenziale.
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