Cartelle esattoriali, le ultime novità che arrivano sono a dir poco importanti: svolta improvvisa, “addio” alle tasse e non solo…
Se non si tratta di una vera e propria svolta allora poco ci manca. Fatto sta, però, che nel mondo dell’economia italiana c’è un importante cambiamento che riguarda tutti. Ma davvero tutti. A quanto pare si sta seriamente pensando di optare per le cartelle esattoriali a rate. A partire dal prossimo anno si potranno iniziare a pagare i debiti con il fisco in 84 tranche dalla durata di sette anni. Anni che possono diventare anche 10 e, di conseguenza, con un aumento di 120 rate (nel caso in cui un soggetto abbia problemi economici).
Almeno questo è quello che arriva dall’ultima bozza che riguarda il decreto legislativo sulla riscossione. Come consiste la rateizzazione? A richiesta da parte del contribuente l’Agenzia delle Entrate concede la ripartizione del pagamento in 84 rate (per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026). Anche in 96 (2027-28) e 108 (2029). Fino ad oggi il piano di recupero poteva arrivare fino a 72 rate.
Per quanto riguarda il contribuente che documenta di avere “obiettiva difficoltà” l’Agenzia dà il “via libera” per quanto riguarda il pagamento della cartella in 120 rate. Anche per quelle somme che superano i 120mila euro. Solamente un decreto del Mef potrà decidere i parametri che servono per poter soddisfare e documentare i problemi economici e magari beneficiare di una dilazione di 10 anni.
Come bisogna procedere? Sia per quanto riguarda le persone fisiche sia per quelle titolari di ditte bisogna “parlarne” con l’Isee. Per gli altri “all’indice di liquidità e al rapporto tra debito da rateizzare e di quello residuo eventualmente già in rateizzazione e il valore della produzione“. Le novità non sono affatto finite qui visto che, a partire dal 2025, le cartelle inesigibili non riscosse entro cinque anni saranno cancellate automaticamente.
Nella bozza è stato introdotto il “discarico automatico“. La stessa Agenzia può procedere per il discarco anticipato nel caso in cui dovesse rivelare la “chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale o l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti“. Lo scopo è uno solo: cercare di sfoltire questo magazzino fiscale arrivato a 1.200 miliardi. A dire il vero il governo guidato da Giorgia Meloni non è il primo che si affida a questo stralcio delle cartelle.
Tanto è vero che su questo “magazzino” sta per arrivare una commissione che, dopo aver proceduto, relaziona il ministro dell’Economia dove vengono proposte alcune soluzioni. Le stesse che servono per essere attuate con provvedimenti legislativi. In conclusione spunta anche un calendario per poter cancellare queste cartelle inesigibili: entro il 31 dicembre 2025 per i carichi affidati dal 2000 al 2010; il 31 dicembre 2027 per quelli affidati dal 2011 al 2017 e il 31 dicembre 2031 per quelli dal 2028 al 2024.
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