Non ci sono buone notizie per chi abita a Torino e provincia in merito all’andamento della cassa integrazione, è bene saperlo.
Avere un lavoro stabile è ormai diventato sempre più difficile, le certezze possono essere poche anche se si ha un contratto a tempo indeterminato, come hanno avuto modo di riscontrare in tanti negli ultimi anni. Prendere atto delle difficoltà è inevitabile anche per le aziende, che non possono che agire di conseguenza, anche se le decisioni che vengono prese possono essere poco favorevoli per i dipendenti.
Uno dei sistemi a cui si ricorre nella maggior parte delle situazioni di crisi è la cassa integrazione, che porta i lavoratori a non presentarsi sul posto, oltre a percepire un guadagno inferiore a quello previsto dal contratto. In casi simili si arriva a prendere l’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata da contratto, situazione che sembra essere sempre più diffusa, soprattutto per chi vive a Torino e provincia.
Cassa integrazione a Torino e provincia: i dati preoccupano
Essere a conoscenza dell’andamento dell’occupazione nel nostro Paese può essere un buon termometro, così da avere un’idea piuttosto precisa di quale sia la situazione generale a livello economico. Se il quadro generale non è incoraggiante, infatti, il primo settore che ne fa le spese non può che essere il lavoro, con le aziende che si ritrovano costrette a prendere decisioni drastiche ma inevitabili, quali i licenziamenti e il ricorso alla cassa integrazione. Quest’ultima può essere un salvagente importante per i dipendenti, che hanno la garanzia di conservare il proprio posto, ma con un guadagno che risulta essere ridotto rispetto a quanto previsto.
Chi pensa che questa situazione riguardi solo in parte le grandi città è però costretto a ricredersi. Non può che essere preoccupante, infatti, il dato relativo a una delle realtà più importanti della nostra Penisola, quello relativo a Torino e provincia, nota per la presenza di diverse industrie importanti.
In Piemonte il numero di cassaintegrati è tutt’altro che esiguo, addirittura il capoluogo, Torino, risulta essere la provincia con il maggior numero di persone che si trovano in questa situazione. A metterlo in evidenza sono i dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL Nazionale, relativi ai primi sette mesi del 2024, con un aumento medio del 40.7%.
I numeri sono spesso uno specchio importante di quello che sta accadendo: le ore di cassa integrazione richieste sono state pari a 26.472.117, in aumento del 47.8% rispetto allo stesso periodo del 2023 (+66% di cassa integrazione ordinaria, +22,7% straordinaria, -86% in deroga) e 454.128 ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps (che coprono i lavoratori privi di strumenti di sostegno al reddito). A risentirne maggiormente è proprio la città della Mole, non solo per l’elevato numero di abitanti, ma soprattutto perché il comparto automobilistico è da sempre uno di quelli che soffre maggiormente i periodi di crisi. Complessivamente, in tutta la provincia sono state richieste 16.993.693 ore di cassa, ancora peggio di Milano e Napoli, che la seguono in questa graduatoria.
Essere preoccupati per il prossimo futuro è quindi più che normale, sopratutto perché è prevista la fine degli ammortizzatori sociali nel 2025. Gli incentivi per l’acquisto di auto si sono ormai esauriti, per questo agosto è stato un mese tutt’altro che positivo a livello di vendite, intervenire in tempi rapidi per provare a risollevare il quadro attuale è quindi più che mai necessario.