Si può utilizzare solo per gli immobili a scopo abitativo e commerciale, sia per locazioni lunghe che per quelle brevi
La cedolare secca è un regime facoltativo per i redditi da locazione. Questa permette al proprietario di un’abitazione in affitto di aderire ad una tassazione sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali pagando solo un’imposta fissa del 21%. Chi si avvale di ciò, non deve pagare le imposte di registro e di bollo. Al contrario, però, il proprietario rinuncia alla richiesta di aggiornamento Istat del canone di affitto e ad eventuali detrazioni. La cedolare secca può essere utilizzata solo per immobili ad uso abitativo, sia per locazioni lunghe che per quelle brevi. Solo di recente, nel 2019, è stata estesa anche alle locazioni commerciali, ma solo per i contratti stipulati in quell’anno.
La cedolare secca non è comunque un regime obbligatorio, ma è opzionale. Può essere sicuramente conveniente per i redditi alti, ma in caso di reddito basso, la nuova cedolare secca potrebbe non esserlo più. Presto l’articolo 18 del disegno di legge di Bilancio aumenterà l’imposta dal 21% al 26%. L’aumento in questione è però destinato solo alle locazioni brevi, anche se la nuova tassazione al 26% si applicherebbe, secondo le ultime bozze del ddl Bilancio, a partire dal secondo immobile. Il limite massimo di immobili per cui si può usufruire della cedolare secca è, dal 2021, di 4 appartamenti. Infatti, dai 5 in su, l’attività viene considerata imprenditoriale e quindi non più tassabile al 21 o al 26%.
Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ha spiegato le caratteristiche del nuovo aumento del 26%, toccando in particolare il tema delle piattaforme digitali per le locazioni brevi: «Il 26% sarebbe a carico dei proprietari, ma la tassazione dei redditi delle piattaforme non cambia. Le piattaforme sono interessate da un’altra norma della bozza del ddl Bilancio: quella che, attraverso un meccanismo tecnico-tributario, impedisce alle stesse di sfuggire all’obbligo – in vigore dal 2017, ma espressamente disatteso – di riscuotere la cedolare dai proprietari e riversarla allo Stato, rendendo così impossibile l’evasione fiscale dei proprietari stessi».
Il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, invece ha spiegato i motivi del dell’aumento dell’aliquota da parte del governo: «Non è per fare cassa, ma a tutela di famiglie e studenti; la cedolare finora ha contribuito a creare l’enorme carenza di case». Tutti coloro che sono contrari all’aumento temono che invece tutto ciò possa incentivare l’evasione. Come fatto anche precedentemente dalla Grecia, Forza Italia propone il Cin, Codice identificativo nazionale, che viene utilizzato per tracciare chi affitta un’abitazione e per combattere il nero.
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