La centrale Enel in Abruzzo prevede 10 km di gallerie da scavare nel cuore della montagna e poi strade, cantieri oltre a undici ettari di foreste spazzate via.
All’interno del Parco d’Abruzzo, al confine con il Molise, Enel Green Power vorrebbe costruire una centrale elettrica con discarica annessa. Il disegno per l’impianto è stato depositato al ministero dell’Ambiente: si parla di un investimento faraonico che comporterà lo scavo di oltre 10 km di gallerie.
A puntare i piedi in questi giorni le associazioni ambientaliste e i sindacati scesi in campo per difendere il territorio. La speranza è che si faccia dietrofront sul progetto che porterà asfalto, detriti e un nuovo elettrodotto. “Creerebbe gravissimi danni all’ambiente naturale dell’area protetta e al tessuto socioeconomico del territorio”, hanno spiegato in una nota i segretari regionali della Cgil di Abruzzo e Molise, Carmine Ranieri e Paolo De Socio, assieme al segretario della Cgil Aquila, Francesco Marrelli.
Ci troviamo al confine tra Abruzzo e Molise ed è qui che dovrebbe sorgere il nuovo impianto Enel delle Mainarde. Al momento il ministero per la Valutazione dell’impatto ambientale sta studiando attentamente il caso, le associazioni ambientaliste intanto sperano che i lavori non partano proprio. Come ribadito dal direttore dell’Ente Parco d’Abruzzo “le norme sui Parchi vietano espressamente l’alterazione del ciclo delle acque”.
A intervenire anche la Stazione ornitologica abruzzese e Forum H2O, che hanno spiegato come dalle attente riflessioni siano emerse 16 criticità, tra cui la possibilità concreta che l’habitat dell’orso bruno possa essere intaccato profondamente. Verrà investito oltre mezzo miliardo da Enel Green Power per finanziare l’opera che comprenderebbe, tra le altre cose, anche lo scavo di oltre 10 km di gallerie.
In campo sono scesi in questi giorni i sindacati delle aree coinvolte. A diffondere una nota sono stati i segretari regionali Cgil di Abruzzo e Molise, Carmine Ranieri e Paolo De Socio oltre al segretario della Cgil Aquila, Francesco Marrelli. “Il progetto è stato già rigettato dalla comunità che in quei luoghi ci vive oltre al No secco delle istituzioni come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Quest’ultimo lo ha definito addirittura incompatibile con le esigenze di conservazione della natura. Un giudizio che non può lasciare spazio a interpretazioni”, si legge.
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