Il Decreto Milleproroghe è diventato ufficialmente legge, ecco ora cosa cambia e quali sono i paradossi di questa importante novità
Il Decreto Milleproroghe va incontro a chi si è visto sfuggire la Rottamazione quater per mancati pagamenti fino al 31 dicembre 2024. Un provvedimento legislativo che ha come scopo quello di prorogare termini e scadenze in vari ambiti dall’economico, al fiscale, passando per amministrativo e giuridico. Una vera e propria occasione per mettersi in pari con il Fisco.
Tutti coloro che, infatti, hanno dei ritardi ottengono così la possibilità di recuperare terreno, ma senza subire gli oneri aggiuntivi che trasformerebbero il debito in una voragine. Il decreto è diventato legge quando alla Camera è stato approvato con 165 voti a favore, 105 contrari e 3 astenuti.
Questo significa che tutti coloro i quali avevano aderito alla definizione agevolata delle cartelle, ma hanno visto decadere il loro beneficio per non aver pagato – o averlo fatto in ritardo – una rata, potranno essere riammessi. Per farlo basterà inviare la dichiarazione entro il 30 aprile del 2025.
Si tratta di una vera e propria ciambella di salvataggio lanciata ai circa 500 mila contribuenti che, dopo aver aderito all’edizione quater della sanatoria non avevano saldato le proprie rate. Questi godranno così di un beneficio che, però, allo stesso tempo vive anche di paradossi che è interessante andare ad approfondire.
Come spiega Il Sole 24 Ore, infatti, il decreto Milleproroghe tende una mano nei confronti di coloro i quali non sono riusciti a saldare una o più rate entro il 31 dicembre del 2024. Una data effettivamente vicina, ma che rischia di escludere una buona parte di popolazione, ovvero quelli che hanno saldato sempre in tempo e che ora potrebbero far fatica nell’ultima con scadenza 5 marzo.
Quest’ultimi, infatti, non solo non potranno godere del nuovo decreto, ma dovranno anche riconoscere la cifra di nuovo soggetta a sanzioni, interessi e aggio. E non solo. Mancano infatti anche dei punti che non sono riusciti a confluire nel decreto.
Tra tutti la clausola di salvaguardia delle auto aziendali, ma anche la proroga per le adesioni all’edizione 2025/2026 del concordato preventivo biennale per le partite Iva. Entrambi saranno comunque previsti nei prossimi provvedimenti, per via del forte pressing che stanno portando i diretti interessati.
A godere di alcune proroghe in suo favore, però, è il Fisco. I modelli definitivi delle dichiarazioni dei redditi e Irap potranno essere depositati entro il 17 marzo, invece del 28 febbraio; viene posticipata dal 15 al 30 aprile la data dello start da cui è possibile trasmettere le dichiarazioni Irpef, Iras e Irap; esattamente come la messa a disposizione del software degli Isa; viene allargato a tutto il 2025 il divieto di trasmissione allo Sdi delle Entrate dei dati delle fatture delle spese mediche emesse per i cittadini.
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