Cosa dice la legge sull’abitudine di tenere il contante nella propria abitazione? È legale nascondere soldi in casa? Quello che c’è da sapere.
Possiamo ben dirlo: gli italiani sono un popolo di santi, navigatori e… grandi risparmiatori. Le lande del Belpaese sono popolate da persone che tra la cicala scialacquatrice e la risparmiosa formica tendono a condividere più le ragioni della seconda che non a imitare gli stravizi finanziari della prima. Certo, i tempi cambiano e le abitudini di risparmio anche.
Se un tempo ci si affidava al classico materasso o alla cassaforte per nascondere i contanti, oggi gli italiani non disdegnano mezzi più moderni come il deposito dei soldi sul conto corrente, a cominciare da quelli online – che spesso e volentieri sono a zero spese. Ma non mancano soluzioni alternative come le carte prepagate.
Tutte opzioni che però non hanno cancellato del tutto l’abitudine di tenere denaro in casa. Si tratta di un comportamento che non appare lungimirante sul piano economico, alla luce della lenta ma costante erosione di valore da parte dell’inflazione. E poi è legale tenere i soldi contanti nascosti in casa? Cosa dice la legge a questo proposito?
La prima cosa da sapere è che tenere i soldi in casa non è illegale. Ma naturalmente ci sono delle condizioni da rispettare, visto che in Italia è diffusa sì la buona abitudine del risparmio, ma anche quella decisamente meno virtuosa dell’evasione fiscale. Dunque diventa fondamentale riuscire a dimostrare la provenienza del denaro conservato in casa.
Dunque partendo dal presupposto che tenere i soldi in casa non costituisce reato, bisogna sapere che non c’è alcun limite massimo ai contanti che possiamo conservare nella nostra abitazione. A condizione che le entrate siano state tutte dichiarate all’Agenzia delle Entrate.
Eventuali controlli fiscali tramite ispezioni nella casa di un contribuente sono remoti e scattano – dietro autorizzazione della Procura della Repubblica – solo in presenza di gravi indizi di evasione fiscale (veri e propri reati tributari). L’ufficiale incaricato dei controlli deve esibire il mandato del giudice. In tal caso il contribuente dovrebbe essere in grado di dimostrare la provenienza del denaro.
Per provare da dove provengono i contanti tenuti in casa bisognerà mostrare documenti con data certa. Come detto però, non c’è alcun limite al quantitativo di denaro contante conservato in casa. L’unico inconveniente potrebbe essere quello di dover attrezzare la propria abitazione con sofisticati sistemi antifurto per tenere al sicuro i risparmi.
Attenzione anche ai limiti fissati dalla legge per gli scambi in contanti, che non possono superare i 5.000 euro. I movimenti superiori a 5.000 euro devono aver luogo attraverso sistemi di pagamento tracciabili come bonifici, bancomat, carte di credito, assegni non trasferibili.
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