Il noto economista, Gabriel Zucman, ha rilasciato una intervista ai microfoni del “Fatto Quotidiano”. Tantissimi i temi che ha voluto affrontare
Il noto economista mondiale Gabriel Zucman ha voluto fare il punto della situazione in merito al suo ambito. Tanto è vero che, proprio negli ultimi giorni, ha voluto scatenare una piccola “polemica”. Ovvero ribadire che la “concorrenza fiscale internazionale e l’evasione sono scelte politiche“. Sul perché la politica non se ne sia mai interessata ha provato a dare la sua risposta: “Si credeva che tasse basse per i ricchi avrebbero portato dei benefici al resto della popolazione.
Ed invece la teoria del ‘trickle-down’, inventata negli USA a partire dagli anni ’80, ha fatto crescere la diseguaglianza. Non solo, si tende a diffondere, sempre di più, l’idea che siano fenomeni contro i quali non si può fare nulla“. Poi su multinazionali e miliardari: “Sono stati i principali vincitori della globalizzazione. Anche se invece di aumentare, le loro tasse andavano a diminuire. I governi hanno giustificato i tagli col fatto che il capitale è mobile e può spostarsi facilmente.
Anche se per compensare le perdite di gettito hanno aumentato le tasse su consumi e salari della classe operaia“. Poi continua dicendo: “Credo che i miliardari siano abili a strutturare la ricchezza tenendo a ridurre l’imponibile al minimo. Credo che, in questi casi, bisogna ripartire esattamente da lì“.
Economia, Zucman: “Ecco come fare per aiutare classe media”
Cosa serve per poter aiutare la classe media? Su questo Zucman è stato fin troppo chiaro ed ha precisato: “Serve una patrimoniale equa”. Poi si è soffermato su un altro tema come l’Imu: “Tasse come l’Imu sono considerate regressive ed arcaiche. Serve progressività. Bisogna colpire le attività finanziarie”. Poi esprime il proprio pensiero sui condoni fiscali che riguardano il nostro Paese: “Senza una reale politica fiscale rischiano di incentivare l’evasione”.
Per ridurre le possibilità di elusione ed evasione, come bisogna fare? “Il rischio dell’esilio, ovvero i contribuenti si vado a spostare altrove, dipende da come è progettato il sistema. Se ne vanno perché lasciamo che una volta trasferiti in un altro Paese a bassa impostazione smettano di pagare le tasse qui. Anche se i governi potrebbero decidere di continuare a tassare per alcuni anni i suoi residenti di lungo periodo molto ricchi che scelgono di trasferirsi in un paradiso fiscale“.