Una sentenza recente della Cassazione ha fatto il punto sulla pensione che andrebbe restituita all’INPS: ecco cosa ha decretato
Il sito dell’INPS, come emerge fin dall’apertura della pagine web, offre a tutti gli utenti che lo visitano una serie di servizi che possono far comodo ai cittadini italiani, sia che siano dipendenti, sia disoccupati o pensionati. Uno dei suoi compiti principali è quello di offrire il proprio aiuto alle persone che sono in difficoltà e ne hanno bisogno.
Garantendo prestazioni previdenziali e che possano aiutare il reddito, qualora per esempio dovesse essere sospeso il rapporto lavorativo di un dipendente, versando delle indennità che siano previste in specifici casi. Quest’ultima situazione, di recente, è finita nel mirino dei giudici, soprattutto per quanto concerne la figura dell’erede.
In particolar modo una sentenza precedente è destinata a cambiare la loro visione nei prossimi anni. Tutto nasce da una controversia tra l’INPS e alcuni eredi che avrebbero dovuto ereditare una pensione di una titolare che aveva intascato 14 mila euro relativi ad una indennità integrativa speciale che in realtà non gli spettava.
La stessa anziana negli ultimi anni di vita si era messa al lavoro per riconoscere questi soldi che aveva ottenuto per errore all’Istituto nazionale di previdenza sociale. La sua morte, però, ha bloccato il processo e l’INPS ha deciso di rivolgersi agli eredi per ottenere la parte mancante.
L’Istituto si basava in particolar modo sul diritto civile, puntando su principio generale che prevede che gli eredi diventino anche obbligati a pagare eventuali debiti non saldati. La cifra richiesta dall’INPS ammontava a circa 9 mila euro e spinse gli eredi a muoversi per vie giudiziarie.
La disputa è arrivata fino alla Corte dei Conti e solo di recente la magistratura ha decretato che l’erede non è tenuto a versare alcuna somma all’INPS. Nonostante, quanto previsto dal diritto civile, ci sono alcune situazioni che hanno spinto i magistrati a opporsi alla richiesta dell’Istituto.
Se, infatti, a seguito del provvedimento Inps poi revocato o modificato, sono state riscosse rate di pensione non dovute, non ci dovrà essere nessun recupero delle somme versate. Inoltre, sono da escludere i casi in cui la revoca o la modifica siano state disposte dopo aver accertato un fatto doloso dell’interessato.
Nel testo della sentenza emessa dalla Corte dei Conti si legge chiaramente che: “il recupero non si estende agli eredi del pensionato, salvo che si accerti il dolo del pensionato medesimo. Si rileva che sul punto relativo alla sussistenza di un comportamento doloso del pensionato percipiente non risultano formulate censure da parte dell’Istituto previdenziale”.
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