Fisco, adesso cambia veramente tutto: il rischio che possano entrare e che possano prosciugarti il conto è veramente molto alto. Tutto quello che serve sapere in merito
Quanti di voi, almeno una volta al giorno, controllano il proprio saldo in banca con l’obiettivo di controllare quanto avete speso? A quanto pare, proprio in merito, ci sono delle importantissime novità. Visto che non sarete più soli. Di cosa stiamo parlando? Di una vera e propria rivoluzione. A quanto pare ci sarà qualcun altro a controllare, con la stessa attenzione, quanti soldi vi sono rimasti in banca. Stiamo parlando del Fisco. Sì, è assolutamente tutto vero.
Anche se, bisogna precisare, che lo stesso è pronto ad intervenire solamente se avete un debito non soldati nei confronti dello Stato. Una vera e propria novità. Tanto è vero che, di questo importante argomento, se ne è parlato nella bozza (anche se la stessa risulta ancora provvisoria visto che potrebbero cambiare le cose da un momento all’altro) della manovra di Bilancio del governo targato Giorgia Meloni.
Il fisco, quindi, è pronto a farci compagnia. Entrare direttamente nei vostri conti correnti. Con l’obiettivo di verificarne la disponibilità, prima di effettuare un pignoramento. Prima di procedere in quest’ultimo passo, però, l’agente della riscossione può (anche se in fase stragiudiziale), accedere con “collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti” sui conti.
Nel caso in cui dovessero fuoriuscire dei “crediti del debitore” nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, allora l’agente passerà all’azione. In che modo? Redigendo e avviando una notifica telematica “al terzo”. Senza alcun tipo di indugio l’ordine di pagamento.
Questa la nota ufficiale che è stata emanata nella bozza: “La notifica dell’ordine di pagamento è effettuata, a pena di nullità, anche al debitore, con le modalità stabilite, non oltre 30 giorni dalla notifica al terzo. Le soluzioni tecniche di cooperazione applicativa per l’accesso alle informazioni sono definite con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Le stesse sentite l’Abi (Associazione bancaria italiana), Poste italiane e l’Associazione italiana dei prestatori servizi di pagamento e il Garante per la protezione dei dati personali. Questo anche ai fini dell’adozione, da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione di idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati. Il tutto grazie alla previsione di alcune misure di sicurezza”.
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