Guerra in Israele, una nuova batosta (per quanto riguarda le bollette) che colpisce il nostro Paese: la situazione si fa sempre più preoccupante
Le terribili immagini che arrivano direttamente da Israele, dove da pochi giorni è in atto un conflitto tra Israele e Palestina, sono un colpo al cuore per tutti. Il numero delle vittime, con il passare delle ore, aumenta sempre di più: sia da una parte che dall’altra. Una situazione che è diventata insostenibile. Nel frattempo, però, proprio per via di questa guerra in Medio Oriente c’è un problema (assolutamente non da poco) che riguarda il nostro Paese.
Ovvero il vertiginoso aumento delle bollette. Lo avevamo notato con l’inizio di un altro conflitto, quello in Ucraina (e che si sta continuando a combattere). Credevamo fortemente di aver messo alle spalle questo tema d’attualità, ed invece è ritornato più forte che mai. Nelle ultime ore, infatti, le autorità israeliane hanno deciso per lo “stop” in merito al giacimento di gas naturale di Tamar, a largo di Gaza. Motivo? Per ragioni di sicurezza.
Guerra in Israele, nuovo aumento bollette in arrivo?
Una mossa che ha portato un rialzo immediato del metano ad Amsterdam. Non solo: un altro rialzo si è verificato in merito a dei sospetti di sabotaggio per quanto riguarda il gasdotto che collega la Finlandia e l’Estonia. Non è affatto finita qui visto che corrono, ancora di più, le quotazioni riguardanti il petrolio. Tanto è vero che il ministero delle Imprese fa sapere che in Italia è “elevata” l’allerta sui prezzi dei carburanti.
Nel frattempo non si è fatto attendere la stima rilevata da parte degli analisti di Goldman Sachs. Questi ultimi hanno preso in considerazione una possibile escalation nella regione con coinvolgimento dell’Iran. La loro previsione è drammatica: il petrolio potrebbe raggiungere il valore di 150 dollari al barile. Senza dimenticare che, il nostro Paese, per quanto riguarda il metano deve affrontare molti temi. Tra questi i conti con i difficili equilibri geopolitici.
In particolar modo quella che riguarda l‘Algeria (ossia il primo fornitore di gas naturale per l’Italia) e sempre stata al fianco di Hamas. Da non sottovalutare anche la Russia. Da valutare i rapporti con un altro Paese, vale a dire l’Azerbaijan (con il gasdotto Tap) riscalda le nostre abitazioni. In conclusione c’è da segnalare anche il rialzo delle quotazioni dell’oro.