Una settimana che si è aperta con pesanti perdite e tonfi arrivati dalle Borse europee e una delle conseguenze arriva direttamente da Tokyo
Una preoccupante discesa verso il basso con pesanti perdite in questi giorni che hanno fatto preoccupare non poco gli esperti finanziari di tanti paesi, con il timore di veder bruciare tantissimi soldi. Il crollo delle Borse ha creato tumulto e preoccupazione.
Un crollo in apertura all’inizio della settimana a Wall Street, con tutti i listini che hanno segnato pesanti perdite anche e soprattutto per via di quello che stava arrivando dalle Borse europee, ma sopratutto dal pesante tonfo della Borsa di Tokyo dove il Nikkei ha perso il 12,4%. Uno scivolone mai visto, soprattutto negli ultimi anni.
Ne parla il professore Giovanni Ferri ordinario di economia politica Università LUMSA che a Cityrumors.it dà la sua versione e visione di quanto potrebbe essere accaduto nei giorni scorsi e che, forse, potrebbe anche tornare: “All’origine della caduta delle borse, poi corretta dal rimbalzo c’è il rischio della recessione, come tanti altri hanno detto e che mi trova d’accordo”
“Ma c’è anche il rischio dell’escalation militare che è davanti agli occhi di tutti, anche e soprattutto per quello che sta accadendo in diverse parti del mondo“, ha aggiunto il luminare di economia che poi osserva con altrettanta sagacia: “Tra l’altro il fatto che questa discesa arrivi dalle due Borse di Tokyo e Seul ci fa capire e ci dice che c’è un problema specifico dell’Asia”.
Per il professore Giovanni Ferri quanto accaduto è particolare e ha anche un aspetto clamoroso riguardo “il ritorno all’aumento del tasso interesse da parte della banca del Giappone che ha rotto vari decenni di politiche monetarie espansive o iperespansive da parte della stessa banca giapponese e a mio parere quello è l’effetto specifico e il motivo principale per cui è successo tutto quello che è successo in questi particolare giorni”
Secondo gli esperti di tutto il mondo si tratta del risultato peggiore dal 1987, tanto che adesso parecchi investitori temono, come sosteneva il professor Ferri, una possibile recessione, in questo caso anche negli Usa a fronte degli ultimi dati che preoccupano.
C’è il pericolo di un’escalation militare in Medio Oriente soprattutto, basti pensare che in avvio di contrattazioni l’indice Dow Jones ha ceduto cede il 2,76% a 38.640,33 punti, mentre il Nasdaq è crollato del 6,05% a 15.760,02 punti, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 4,16% a 5124,25 punti.
Insomma, non proprio benaugurante. La situazione si è stabilizzata, ma secondo gli espetti, soprattutto nei prossimi giorni, bisognare stare attenti e seguire con molta attenzione i dati che arrivano
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