Il fisco italiano vuole oltre 1 miliardo da Musk e Zuckerberg

E’ una richiesta particolare quella che è stata avanzata, ma la legge parla chiaro e le due piattaforme non hanno risposto

Ci risiamo. Si preannuncia un’altra battaglia e un altro scontro a livello epocale. Il fisco italiano vuole tanti soldi da X e Meta e anche da LinkedIn. Qualche giorno fa, direttamente dai piani altri del Ministero delle Finanze (chissà se Giorgetti ne era a conoscenza o meno) sarebbe partita una richiesta di pagamento dell’Iva per oltre un miliardo ciascuno.

Il logo di X
Il fisco italiano vuole oltre 1 miliardo da Musk e Zuckerberg (Ansa Foto) Citytyrumors.it

A dirlo ai quattro venti, e pare anche con una certa soddisfazione nel dare la notizia, è stata l’agenzia di stampa tedesca Reuters, secondo la quale in questi ultimi mesi, dall’interno del Ministero, ci sarebbe stato un’intensa indagine che era stata iniziata negli scorsi mesi per frode fiscale e il procedimento riguardava sia Meta che X.

Secondo l’agenzia di stampa, inoltre, di mezzo ci sarebbe anche Linkedin. Per ora non è arrivato nessun commento e nessuna spiegazione in questo senso, ma se si andasse avanti, ci sarebbero delle ripercussioni importante anche e soprattutto a livello europeo, anche perché a quel punto si muoverebbero altre nazioni che rivendicherebbero il denaro mancante e potrebbe essere molto dannoso dal punto di vista finanziario, visto che si parla di stime che superano i 10 se non 15 miliardi di euro.

Un’indagine che scuote il Governo

L’indagine di cui si sta parlando tanto e che a breve uscirà in tutto e per tutto riguarda la gestione dei dati personali degli utenti, quello che avviene solitamente, ma secondo quanto risulta al fisco italiano, per legge, questo genere di scambi devono essere non solo pagati, ma sopra di essi ci sarebbe anche l’Iva che ammonterebbe a più di un miliardo di euro in totale.

Le autorità italiane fanno riferimento, sulla notifica che è stata inviata, al termine “sinallagmatica” che deriva dal greco antico e riguarda che il dare l’accesso all’uso dei propri “dati in cambio di un accesso gratuito a un servizio è di fatto un contratto”. Da qui il “Synàllagma”, ovvero che in quanto contratto prevede uno scambio di qualcosa, con dati che diventano merce a tutti gli effetti e generano per forza di cosa economia e su questo c’è l’Iva, almeno secondo il fisco italiano.

Meta e il logo
Un’indagine che scuote il Governo (Ansa Foto) Cityrumors.it

le richieste fiscali potrebbero agitare non tanto e solo l’Europa e gli altri paesi che seguono questa storia, ma anche il Governo, visto che Meloni non ha certo nascosto il suo avvicinamento nei confronti di Elon Musk, proprietario di X. Le notifiche sono state inviate, ora si attendono le risposte da parte delle piattaforme che si metteranno a disposizione per pagare oppure no.

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