Ci sono delle città del nostro Paese dove fare la spesa è diventato quasi impossibile, i prezzi di molti prodotti sono altissimi. Ecco quali.
Fare la spesa è ovviamente un’attività necessaria, sia per chi vive da solo sia per chi ha una famiglia da mantenere, anche se in quest’ultimo caso c’è chi preferisce delegare questa incombenza ad altri. Non tutti agiscono allo stesso modo, chi ha poco tempo a disposizione, magari perché ha orari di lavoro poco regolari, preferisce farlo una volta a settimana, altri invece vengono il bisogno di avere alcuni prodotti freschi, per questo si recano sul posto almeno ogni due o tre giorni.
Tutti hanno però riscontrato come il conto che ci si ritroverà sullo scontrino sia letteralmente lievitato, specialmente se si effettua un paragone rispetto a un anno fa. Cambia poco variare le proprie abitudini e rivolgersi a un punto vendita diverso dal consueto, si tratta infatti di una situazione generale che lascia poco tranquilli. Anzi, ci sono città del nostro Paese in cui il problema è ancora più evidente.
La spesa è diventata un salasso ma qui è peggio
Ognuno di noi sta provando a trovare una serie di stratagemmi che possono provare a ridurre il conto che ci ritroviamo ogni volta che andiamo al supermercato, ma l’effetto è stato raggiunto solo in parte. Cambiare supermercato serve a poco, così come ha poco senso acquistare i vari prodotti in offerta in diversi punti vendita, visto che poi a questo si deve poi aggiungere la spesa fatta al distributore per il rifornimento dell’auto.
Ci sono però delle cose che vengono praticamente acquistate da tutti, ma che nel mese di luglio che ci siamo da poco messi alle spalle hanno registrato una vera impennata. A metterlo in evidenza è l’Istat, secondo cui c’è stato un rialzo dello 0,4% rispetto a giugno e del +1,3% su base annua. Tutto questo non può che essere dovuto alla crescita dell’inflazione, registrata proprio nell’ultimo periodo, mentre nel primo semestre dell’anno era rimasta sempre sotto il punto percentuale. Secondo quanto registrato da Assoutenti, la palma del prodotto che ha visto schizzare maggiormente il suo costo verso l’alto va all’olio di oliva, con un incremento medio del 35,4% rispetto all’anno scorso. La situazione è invece differente per l’olio di semi, che ha visto una riduzione dei prezzi del 12,5%.
Si registra una diminuzione anche per altri alimenti che molti consumano, ovvero arance (-14,5%), i pomodori (-12,8%), lo zucchero (-9,7%), il riso (-4,9%), le pere (-4,6%), la pasta secca e fresca (-4,3%), la verdura fresca (-3,3%) e i formaggi (-3,2%). C’è invece un ribasso del 3% rispetto al 2023 per farina, cereali e latte. Il rialzo riguarda invece l’insalata (+ 8,6%), caffè (+6%), carne ovina e caprina (+4%), molluschi freschi (+3,9 %), cacao e cioccolato in polvere (+ 3,8%), giusto per fare qualche esempio.
Se si vuole effettuare un’analisi ancora più dettagliata si noteranno però alcune città in cui la spesa risulta essere davvero più costosa rispetto ad altre. Nella classifica effettuata dall’Unione Nazionale Consumatori, il primo posto spetta a Siena (inflazione al + 2,6%, spesa media pari a 663 euro). Al secondo posto troviamo Bolzano (+ 2%, un incremento della spesa annua di 579 euro per famiglia), sull’ultimo gradino del podio c’è invece Rimini (un’inflazione del +2,1% e una spesa supplementare media annua di 571 euro).